Ticino e Grigioni

“Il von Mentlen era l’anticamera dell’inferno”

La testimonianza di Rolf Casali, 75 anni, strappato da bimbo alla sua famiglia perché di etnia Jenisch, finisce nell’istituto di Bellinzona all’epoca retto dalle suore di Menzingen

  • 3 ottobre, 18:44
06:13

I collocamenti coatti nel passato dell'istituto Von Mentlen: la testimonianza

SEIDISERA 03.10.2024, 18:30

  • RSI
Di: SEIDISERA/Ierace/RSI Info 

Nuove rivelazioni sugli anni bui dell’istituto von Mentlen (VM) di Bellinzona, oggi centro educativo moderno, ma all’epoca dei collocamenti coatti, tra gli anni Trenta e Sessanta, “l’anticamera dell’inferno”. Così lo definisce Rolf Casali, 75 anni, che venne internato all’età di 2 anni nel convitto retto allora dalle suore cattoliche di Menzingen. “Il mio vero cognome sarebbe Huser, ma mi hanno chiamato così affinché i miei genitori non potessero rintracciarmi. Queste cose allora non le sapevo”. Una nuova testimonianza, raccolta dalla RSI, sulle sofferenze all’interno dell’istituto portate alla luce dallo studio che lo stesso VM ha affidato a Marco Nardone, ricercatore dell’Università di Ginevra.

La suora con il manganello

“Quando mi hanno strappato a mia madre - racconta Rolf Casali - probabilmente ho subito un trauma mentale. Ho pochi ricordi, ma ben chiari. Al von Mentlen le bambine avevano un loro cortile durante la ricreazione, mentre i maschi stavano in una specie, come posso definirlo, di lager. C’era una suora, come guardiana, per circa cinquanta bambini, forse anche di più. Le suore erano molto esigenti, severe. Non dovevano sentire volare una mosca, altrimenti venivi castigato. Ricordo che sulla cattedra una suora aveva sempre un manganello di gomma e spesse volte lo usava”.

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La storia del Von Mentlen con lo storico Marco Nardone

SEIDISERA 03.10.2024, 18:33

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I ricordi che non si cancellano

“Il von Mentlen era l’anticamera dell’inferno”, continua il testimone, che rievoca le violenze subite. “Una volta tagliai con una forbicina le lenzuola del letto. Quando al mattino è venuta la suora a svegliarmi e se n’è accorta ho ricevuto una montagna di botte con il battipanni. Ricordo anche che mi avevano fatto delle docce gelate. Si può immaginare le urla”. Anche Rolf Casali rammenta l’episodio traumatizzante di un piccolo morto dopo essere precipitato da una stanza dell’istituto: “Mentre eravamo a ricreazione, c’era la suora che ci osservava al terzo piano dove c’era la camera dei più piccoli. C’era un bambino che gattonava sul davanzale, perché il letto era stato accostato alla finestra aperta. A un certo punto è caduto come un sacco di patate. La suora è corsa e gli ha scaraventato addosso un secchio d’acqua fredda. Ma era troppo tardi. Era già morto”.

Nel rievocare quegli anni lontani, la voce di Rolf Casali all’improvviso si incrina. “È stato molto difficile ricostruire il mio passato. Ci sono riuscito, però pagando un grande prezzo. Per indole sono una persona che non si lascia andare e combatte fino a scoprire, diciamo, la vera verità di come sono andate le cose”.

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I soprusi all'istituto Von Mentlen

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