“Non stancatevi delle notizie di guerra, non dite ‘questa l’ho già sentita e questa l’ho già letta’. Non perdete interesse se muore anche solo una persona”, ha esordito Dmitri Muratov, giornalista e premio Nobel per la Pace, durante il suo intervento al festival “Endorfine” di Lugano.
L’evento ha ospitato e ospiterà, tra il 13 e il 15 settembre, numerose personalità di spicco, tra cui Romano Prodi, ex presidente del Consiglio italiano e della Commissione Europea; Eshkol Nevo, scrittore israeliano noto per i suoi romanzi che esplorano la psicologia umana; Selvaggia Lucarelli, giornalista e scrittrice italiana e Deepti Kapoor, autrice indiana le cui opere affrontano temi di attualità sociale e politica.
L'intervista a Dmitry Muratov
Telegiornale 14.09.2024, 20:00
Muratov ha sottolineato l’importanza dell’accordo mediato dagli Emirati Arabi Uniti, che ha visto il rilascio di 206 prigionieri tra russi e ucraini: “Queste azioni rappresentano momenti cruciali per la dignità e la vita umana”. L’impegno del giornalista continua nonostante le sfide in patria, dove è stato etichettato come “agente straniero” dal Cremlino e ha visto la sua testata, Novaja Gazeta, cessare la pubblicazione in Russia due anni fa.
Durante il dibattito, Muratov ha anche discusso il ruolo della Svizzera nella promozione della pace, citando l’eredità di Henry Dunant, fondatore della Croce Rossa. Ha proposto un modello di cessate il fuoco simile a quello in vigore tra le due Coree come possibile via d’uscita dalla guerra in Ucraina, una soluzione che non comporterebbe rinunce territoriali ma che richiederebbe una forte pressione internazionale per essere realizzata.
Il presidente russo Vladimir Putin è infatti difficile da convincere in questo senso, ma “potrebbe venire costretto a farlo, se molti Paesi lo volessero”. “Invito tutti a restare informati e attivi, perché l’indifferenza è pericolosa quanto il conflitto stesso”, ha concluso il premio Nobel.