“Si sono visti degli incresciosi episodi di sciacallaggio, con furti negli ospedali di mascherine e disinfettanti”. Le parole sono del medico cantonale Giorgio Merlani che, durante la conferenza stampa di mercoledì sugli aggiornamenti in merito al coronavirus in Ticino, ha lanciato un appello al buonsenso dei cittadini.
Sull’utilizzo corretto e sulla reale utilità delle mascherine regna infatti parecchia confusione e, nonostante sia stato ribadito più volte che la mascherina non protegge da un eventuale contagio, le riserve nelle farmacie sono ridotte al minimo già da diverse settimane.
“La mascherina è primariamente indicata per le persone ammalate – spiega ai microfoni della RSI il direttore sanitario della Clinica Luganese/Moncucco Christian Garzoni -, dà un certo grado di protezione alle persone che la portano, ma non esiste nessuna indicazione ad andare in giro in strada o ai supermercati per proteggersi dagli altri. La corsa alla mascherina non ha nessun senso”.
Le mascherine servono infatti principalmente a proteggere gli altri da eventuali secrezioni contagiose che veicolano i virus verso l'esterno. “Oggi le raccomandazioni – continua Garzoni – valgono per tutti: dai lavoratori ai bambini che vanno a scuola. Se una persona ha dei sintomi influenzali deve stare a casa”.
A sensibilizzare la popolazione ci sono anche i farmacisti. Il tentativo è di garantire scorte per chi effettivamente ha una reale necessità di procurarsi una mascherina.
“Anche noi - afferma il portavoce dell'Ordine dei Farmacisti ticinesi Federico Tamò - cerchiamo di trasmettere il messaggio rassicurante che non è la mascherina che garantisce una protezione, ma che è invece utile per le persone che sviluppano una sintomatologia. Quando riceviamo delle scatole vengono distribuite alle persone che hanno un bisogno e un rischio elevato”.
Semplici accorgimenti di igiene personale - come lavarsi spesso le mani - sono già sufficienti, hanno ricordato a più riprese le autorità sanitarie cantonali e federali.