Ticino e Grigioni

“Margini politici ridotti”

Le reazioni alla sentenza del Tribunale amministrativo federale sulla pianificazione ospedaliera ticinese. Soldati: “Colpa della commissione”

  • 2 marzo 2019, 19:13
  • Ieri, 22:50
02:37

CSI 18.00 del 02.03.2019 - Il servizio di Alessandro Broggini

RSI Info 02.03.2019, 19:11

  • web/MAD/clinicasantachiara.ch e ©Ti-Press/Carlo Reguzzi
Di: CSI/dielle 

Il Tribunale amministrativo federale, dando ragione alla Clinica Luganese Moncucco e alla Santa Chiara di Locarno, è stato perentorio: il processo di assegnazione dei mandati di prestazione in Ticino non ha rispettato la legge. Quelle cliniche che, una volta definito il fabbisogno, rispettano i criteri di qualità a prezzi economicamente vantaggiosi – recita la sentenza - devono poter continuare ad offrire i propri servizi.

Una decisione che ha riportato il sorriso alla Clinica Santa Chiara, come confermato dalla direttrice Daniela Soldati ai microfoni della RSI: “Nell’immediato ridona una certa serenità a tutto il nostro personale, serenità che dal 2016 non avevamo più perché abbiamo continuato a lavorare con una spada di Damocle sopra la testa”. L'attribuzione di mandati specialistici ad altri nosocomi avrebbe infatti rischiato di far chiudere la clinica locarnese. E sulle responsabilità, Soldati ha le idee chiare: “Principalmente – e mi esprimo a titolo personale – sono della Commissione (pianificazione ospedaliera del Gran Consiglio, ndr), che è partita per la tangente decidendo che al centro della pianificazione ci doveva essere la strenua difesa degli ospedali pubblici, sconfessando l’intento del DSS e di Beltraminelli”.

Anche l'altro ricorrente, la Clinica Moncucco, pur non puntando il dito contro nessuno, ammette che forse la procedura in Ticino - unica nel suo genere, con il coinvolgimento del Gran Consiglio - dovrebbe essere rivista. “Oggi fondamentalmente – sostiene il direttore della clinica Christian Camponovo – la legge dice che la valutazione dell’economicità e della qualità deve essere tecnica e non credo quindi che debba avere nulla a che fare con la politica”.

Beltraminelli: “I criteri devono essere oggettivi”

Da parte sua il direttore del Dipartimento della sanità e della socialità Paolo Beltraminelli ha ribadito che i criteri devono essere oggettivi. “Avevamo sempre posto l’accento su questo aspetto e in questo senso il Gran Consiglio ci ha messo ‘del suo’ prendendo delle decisioni, ad esempio sul fabbisogno, che non erano del tutto giustificate”. Decisioni a dire di Beltraminelli comprensibili, in quanto in “gioco ci sono interessi sia regionali sia di ordine pubblico-privato”.

A questo proposito per il futuro non è esclusa l’ipotesi di togliere l'ultima parola al Parlamento, una possibilità che considera anche il già presidente della commissione della pianificazione ospedaliera, Bixio Caprara: “Credo che sarà inevitabile parlarne perché forse il Cantone in passato, con questa attribuzione di competenza, aveva dato l’impressione di concedere la possibilità di formulare delle considerazioni politiche durante l’allestimento della pianificazione, ma a ben guardare i margini di manovra sono estremamente ridotti”.

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Svolta nella pianificazione ospedaliera

Il Quotidiano 02.03.2019, 20:00

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