Pagare un buono di 50 franchi a chi convince qualcuno a vaccinarsi: la proposta del Consiglio federale impone anche una riflessione di tipo etico. Negli scorsi giorni, ci sono stati svariati interventi su questo tema e sono state formulate anche proposte simili agli incentivi finanziari suggeriti dalla Confederazione.
Mattia Lepori, vicecapo area medica dell’Ente ospedaliero cantonale ticinese, è anche membro della commissione etica dell’Accademia svizzera delle scienze mediche. “Pagare per incentivare il vaccino, da un punto di vista strettamente etico, sarebbe una misura contraria ai principi dell’autodeterminazione e della libera scelta – spiega ai nostri microfoni –, indipendentemente dalla campagna vaccinale sono principi che valgono per tutte le procedure diagnostiche e terapeutica: devono essere basate sull’informazione e sulla libera scelta”.
Notiziario 17.00 dell'08.10.2021 La voce di Raffaele De Rosa
RSI Info 08.10.2021, 19:00
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Anche il canton Ticino, nella sua risposta alla consultazione, ha bocciato l’idea del Governo, facendo anche riferimento a una sorta di compravendita del corpo. La presa di posizione del cantone è condivisa dal dottor Lepori, che aggiunge: “La mercificazione, la componente economica non deve entrare in linea di conto”.
“Ritengo, e in questo il Ticino è un esempio, che l’informazione e la possibilità di ricevere una prestazione medica, in questo caso la vaccinazione, in maniera così capillare e di prossimità, sia la soluzione migliore”, aggiunge il medico, che sottolinea come i tassi di copertura vaccinale del cantone siano superiori alla media nazionale e sono sempre state ottenuti “senza ricorrere a manovre di questo tipo”. L’incentivo economico messo in consultazione, quindi, “oltre a essere contrario ai principi dell’etica clinica, in Ticino avrebbe una scarsa rispondenza”.
“Dubito dell’efficacia della misura”
È una proposta “fantasiosa”, concede Lepori, “ma dubito molto dell’efficacia che potrebbe avere in termini di reclutamento di persone disposte a sottoporsi alla vaccinazione”. Le persone che si sono fatte vaccinare “sono innanzitutto convinte che la vaccinazione rappresenti una protezione per se stessi e, in seconda battuta, per gli altri: questo lo si ottiene con l’informazione capillare e la messa a disposizione capillare del vaccino”.
L’offerta di un buono di 50 franchi rischia di inasprire le tensioni tra chi è favorevole al vaccino e chi lo critica, anche in maniera aspra? “Sì, potrebbe avere anche questo tipo di effetto”, risponde il dottor Lepori. “Di fronte all’importanza del fenomeno Covid, sia da un punto di vista medico sia un punto di vista delle ripercussioni sociali, politiche ed economiche, l’aspetto finanziario dovrebbe essere dimenticato; la Confederazione ha fatto un enorme sforzo per mettere, gratuitamente, i vaccini a disposizione di tutti, questa strada deve proseguire per ottenere i risultati sperati”, conclude il medico.