Ticino e Grigioni

“Pene più severe per i minori? Non danno risultati”

Dopo le critiche del giudice Pagnamenta, l’ex magistrato Reto Medici difende il diritto penale minorile svizzero: “È una buona legge che ci è invidiata da tutta Europa”

  • 06.09.2024, 05:46
  • 06.09.2024, 05:52
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Pene minorili troppo blande? L'opionione di Reto Medici

SEIDISERA 05.09.2024, 18:57

  • TiPress
Di: SEIDISERA/Kavakcioglu/RSI Info 

“Imbarazzantemente” bassa. È l’avverbio, irrituale, usato dal giudice Amos Pagnamenta per far rimarcare la pena che lui stesso ha emesso mercoledì nei confronti di un ventenne accusato abusi sessuali su minori. Due anni e mezzo, perché la maggior parte dei reati è stato commesso a partire dai 12 anni.

Ma questo prevede il diritto minorile, un codice di sanzioni troppo blande? Non lo crede Reto Medici, oggi in pensione dopo esser stato per 16 anni alla testa della magistratura dei minorenni. “Il diritto penale minorile che abbiamo in Svizzera è una buona legge e ci è invidiata da tutta Europa. Credo che sarebbe un peccato modificarla, appunto con pene più severe che non danno i risultati. L’approccio deve essere un altro”.

Quale motivo porta ad avere un diritto penale minorile di questo tipo?

“Dalle ricerche criminologiche si sa che la pena trattiene poco dal commettere un reato. Quello che frena è la probabilità di non farla franca, cioè di essere identificati e condannati nel caso concreto. Ma in tutti questi fatti non bisogna dimenticare che abbiamo una vittima e io credo che lo Stato non faccia abbastanza per le vittime”.

Restando sugli autori di reati, l’approccio nei confronti di un adulto è quindi differente già in fase di indagini rispetto a quello adottato per un minorenne?

“Assolutamente. Lo dice proprio la legge federale che dà più potere al magistrato di chiarire la situazione personale la situazione familiare di un presunto autore di quanto è possibile fare nel diritto penale degli adulti. Quando un adolescente commette dei reati gravi, come quelli appunto della sfera sessuale, è molto importante approfondire la situazione personale e familiare. Perché nei ragazzi autori si tratta molto, molto raramente, di spinte pedofile, ma si tratta soprattutto di disturbi della sfera del potere. Sono atteggiamenti di onnipotenza che vanno affrontati con le misure educative, i trattamenti psicologici e poi anche una pena. Proprio perché bisogna fare in modo che questa persona, questo dolore recente si modifichi, cambi per poter ancora diventare una persona che possa costruire il suo futuro, che possa vivere nella nostra società senza essere anche un pericolo per gli altri”.

Si punta perciò più a questo che a sanzionare?

“Viviamo in un’epoca dove l’opinione pubblica chiede pene sempre più severe. Gli adolescenti agiscono spesso d’istinto. I tempi di premeditazione sono brevissimi. I principi del diritto penale minorile in comune con il diritto penale degli adulti hanno la prevenzione della recidiva. Mentre poi invece i principi del diritto penale minorile sono la protezione e l’educazione del reo”.

                

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