La speciale commissione parlamentare istituita una settimana fa dal Gran Consiglio ticinese, incaricata di indicare i passi da compiere per applicare l'iniziativa “Prima i nostri”, si è riunita oggi, mercoledì, per la prima volta a Bellinzona.
Il primo passo è stato coinvolgere i promotori dell’iniziativa che chiede di iscrivere nella Costituzione cantonale il principio della preferenza indigena sul mercato del lavoro. Ospiti a Palazzo delle Orsoline sono quindi stati il presidente ticinese dell’UDC, Piero Marchesi, e il suo compagno di partito e consigliere nazionale Marco Chiesa, che a nome del comitato interpartico di sostegno hanno messo sul tavolo una strategia di applicazione.
Una strategia articolata in cinque punti: mandati di prestazione, sussidi e appalti solo alle aziende che privilegiano la manodopera indigena; aliquote fiscali agevolate alle aziende che si impegnano in questo senso; priorità nelle assunzioni -nel pubblico e parapubblico- ai disoccupati iscritti agli uffici regionali di collocamento; analizzare la reciprocità con l'Italia in materia di mercato del lavoro e, infine, analizzare i potenziali dei differenti settori economici ticinesi e mettere in atto una strategia di formazione e orientamento per recuperare professioni interessanti e ben retribuite.
Al termine delle due ore di riunione, Marco Chiesa si è limitato ad una dichiarazione generale: “Siamo contenti di come siamo stati accolti e abbiamo trattato i temi in maniera concreta”, ha spiegato ai nostri microfoni. “Dovremo preparare delle iniziative elaborate, da sottoporre al Consiglio di Stato e al Gran Consiglio”, ha spiegato da parte sua Gabriele Pinoja (La Destra), presidente della Commissione. L’obiettivo, in ogni caso, è proporre misure il più possibile condivise.
CSI/ludoC
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