Ticino e Grigioni

“Se qualcuno sta male, io sono davvero qui per lui”

Così Alain De Raemy dopo la dura presa di posizione espressa da una cinquantina di preti - “A me serve sempre sapere dove c’è un disagio”, sottolinea l’Amministratore apostolico della diocesi di Lugano

  • 17.02.2024, 06:39
  • 17.02.2024, 08:48
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De Raemy venne nominato Amministratore apostolico da Papa Francesco nell'ottobre del 2022

  • archivio tipress
Di: SEIDISERA/Christian Gilardoni 

Fa discutere in Ticino la presa di posizione di una cinquantina di preti, che è stata inviata al nunzio apostolico in Svizzera. Vi si denuncia una spaccatura nel clero, la mancanza di fiducia nella Curia e il mancato ascolto, tra l’altro, da parte di Alain De Raemy, l’attuale Amministratore apostolico. Si tratterebbe di problemi già esistenti durante l’episcopato di Valerio Lazzeri, che non sarebbero però stati risolti con l’arrivo di De Raemy. E questo, perché le persone che bloccherebbero la Diocesi, alimentando il malcontento, sarebbero ancora in funzione.

Sono accuse pesanti, quelle rivolte alla Curia ticinese. Si parla di carrierismo, di persone che formano l’entourage dell’Amministratore apostolico ad interim - le stesse che operavano già al fianco di monsignor Lazzeri - interessate a perseguire i loro interessi, il potere, l’egoismo. La lettera inviata alla Congregazione dei vescovi contiene le parole “terrore” e “corruzione” . E questo, mentre la cinquantina di preti che ha sottoscritto la lettera denuncia di sentirsi abbandonata e priva di ascolto.

“Mi dispiace se qualcuno lo percepisca così, davvero. Ma penso che la Curia sia un luogo aperto”, commenta Alain De Raemy, precisando di aver dato “anche i miei recapiti personali, dall’inizio”. Quindi ognuno “può rivolgersi anche direttamente a me” e “questo lo ribadisco, perché ognuno lo faccia davvero”. L’Amministratore apostolico, che sottolinea di non aver ricevuto alcuna lettera, fa presente di essere rientrato da un ritiro del clero e di aver constatato “un ambiente bellissimo, una confraternita davvero”. Di conseguenza non percepisce il clima denunciato. Tuttavia “se qualcuno sta male, io sono davvero qui per lui... A me serve sempre sapere dove c’è un disagio”.

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Scontro clero-curia in Ticino, parla De Reamy

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Nella lettera si richiede la designazione di un nuovo vescovo al di fuori delle attuali dinamiche. Per quanto concerne la nomina, però, al momento non ci sono novità e negli ultimi mesi i margini di manovra dell’Amministratore apostolico ad interim sono così aumentati. “È da 4 mesi che so che la mia amministrazione rischia di durare un po’ di più... Prima ero qui aspettando la nomina del vescovo e facendo sì che non ci fosse un vuoto”, osserva in proposito De Raemy. Ora però “è vero, ci si aspetta un po’ più da me”. E l’attuale Amministratore precisa di poter contare sul collegio dei consultori e su diversi collaboratori con cui “debbo e voglio approfondire gli argomenti”.

De Raemy chiarisce anche che, al momento di insediarsi in Ticino, non gli era stato chiesto nessun rinnovamento. “Non ho avuto nessun mandato preciso” e nel primo anno “era anzi vietato che io cambiassi qualcosa di importante”. Tuttavia, aggiunge, “migliorare non vuol dire cambiare”. Quindi “migliorare si può sempre, e questa volontà ce l’ho. Tutto quello che è da migliorare lo vorrei fare”, conclude l’Amministratore apostolico. Ma il punto è che i sacerdoti che hanno sottoscritto la lettera chiedono proprio un cambiamento.

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