È un grido d’allarme, ma soprattutto una richiesta di regolamentare al più presto il settore, quella lanciata mercoledì mattina dalla Conferenza ticinese dei Servizi di assistenza e cura a domicilio. “Negli ultimi anni - hanno spiegato in una conferenza stampa a Camorino - si è assistito a un’esplosione incontrollata di Spitex privati (passati dai 24 del 2016 agli oltre 60 attuali), ma soprattutto di infermiere e infermieri indipendenti che operano nelle cure a domicilio, passati nello stesso periodo da 210 a oltre 500”.
Le sei associazioni rappresentate dalla Conferenza parlano apertamente di un “mercato selvaggio”, che provocherebbe gravi problemi su più livelli: dalla qualità ed effettiva necessità delle cure erogate, ai costi a carico dei contribuenti, pagati in parte tramite casse malati e Cantone, all’indebolimento del sistema ospedaliero e degli istituti per anziani.
“Il Consiglio di Stato deve intervenire”
Lo scopo della presa di posizione odierna, oltre che di denuncia, è di chiedere all’autorità cantonale un immediato intervento, introducendo una moratoria su enti e persone autorizzate ad esercitare nell’ambito delle cure a domicilio, ma anche portando dagli attuali 2 anni a 5 il periodo di pratica professionale necessaria per ottenere l’autorizzazione a operare come indipendenti nel settore.
A sostegno delle proprie tesi la Conferenza ha fornito diverse cifre. In primis l’esplosione dei costi a carico di Cantone e Comuni i cui contributi pubblici agli Spitex privati e agli infermieri indipendenti sono cresciuti, tra il 2015 e il 2021, del 377% (da 2,7 milioni a quasi 13 milioni). Per contro i contributi agli Spitex pubblici sono cresciuti solo del 22%.
L’esplosione dei contributi pubblici
Anche a livello di spesa pubblica i costi sarebbero fuori controllo. Citando il documento di riferimento, la Pianificazione integrata LANZ-LACD 2021-2030, la previsione di costo totale (Cantone più Comuni) sarà di 53 milioni di franchi all’anno nel 2030 per i Servizi di assistenza e cura a domicilio pubblici. “Nel preventivo 2024 - hanno sottolineato - è inserita la cifra di circa 31 milioni. Quindi è molto probabile che nel 2030 i costi previsti saranno rispettati”. Sul fronte dei privati, invece, il tetto di contributi per il 2030 supera di poco gli 11,5 milioni: “Nel preventivo 2024 alla voce contributi ai servizi e agli operatori privati è inserita la cifra di 18,7 milioni (3,7 di spettanza cantonale). quindi già l’anno prossimo verrà ampiamente superato il tetto fissato dalla Pianificazione approvata dal Gran Consiglio per il 2030!”, hanno detto i relatori.
Ma esplose, hanno aggiunto, sono anche le ore fatturate all’assicurazione malattia obbligatoria che, nello stesso periodo, sono cresciute del 170% per gli Spitex privati e del 98% per gli infermieri. Mentre, sempre tra il 2015-21, le ore fatturate alla casse malati dagli Spitex pubblici sono aumentate del 13%.
“La fuga degli infermieri da ospedali e case anziani”
In parallelo, ed è un altro aspetto denunciato a Camorino, si assiste alla “fuga di infermiere e infermieri da ospedali e case anziani”. I motivi, hanno detto, possono essere molteplici, “ma a quanto ci risulta, il motivo principale è un ragionamento di carattere finanziario: mi metto in proprio e guadagno 10’000 franchi netti al mese”.
Le sei organizzazioni rappresentate della Conferenza (SCuDo, Spitex Tre Valli, Maggio, ACD, ABAD e ALVAD) hanno sottolineato di non voler mettere in discussione il libero mercato: “Rileviamo unicamente che nel settore ticinese delle cure a domicilio il mercato non è soltanto libero, ma totalmente incontrollato”.
Senza un rigoroso freno da parte del Consiglio di Stato, hanno sottolineato ancora gli Spitex pubblici, “ci saranno pesantissime conseguenze finanziarie per il Cantone, per le casse malati e, soprattutto, per i Comuni”.