Accusato di omicidio colposo plurimo, il 52enne che nell’estate del 2016 piombò con il suo camion su una colonna di veicoli fermi davanti alla galleria del San Gottardo, annientando un’intera famiglia germanica di ritorno dalle vacanze a bordo di un’auto, è comparso lunedì mattina in aula a Lugano su una sedia a rotelle. Il giorno dell’incidente, il 26 luglio, anche lui rimase gravemente ferito.
Di quelle drammatiche ore, non ricorda nulla. Stando alle indagini, non aveva bevuto alcolici, viaggiava ad una velocità regolare e non stava usando il telefono cellulare. Nonostante tutto ciò e una visibilità di almeno 400 metri, finì con il suo mezzo pesante, a 90 chilometri orari, sugli altri mezzi fermi in colonna.
Secondo una recente perizia effettuata dal Centro del sonno dell’Ospedale regionale di Lugano, l'uomo è affetto da una sindrome delle apnee ostruttive del sonno in forma grave. Molte le domande poste all’imputato nelle prime ore di processo dal giudice Mauro Ermani, tutte volte a capire se prima di quel tragico incidente avesse avuto mai delle avvisaglie di questa malattia. Malattia della quale il camionista non era a conoscenza e, quindi, non consapevole dei rischi di possibili blackout. La pubblica accusa ha chiesto 20 mesi sospesi con la condizionale. La sentenza è prevista nel pomeriggio, a partire dalle 16.30.