Il turismo ticinese a causa della pandemia di coronavirus ha vissuto degli alti e bassi probabilmente come nessun altro settore economico: dalla paura di fallire nei primi mesi del 2020, all'afflusso record estivo, quando l'invito a restare in Svizzera ha sospinto a livelli da primato gli arrivi di turisti dal nord delle Alpi. In ottica futura, il settore potrà ora godere di una sicurezza in più, costituita da due crediti quadro a sostegno di investimenti e promozione.
Lunedì il Gran Consiglio ticinese ha infatti approvato a larghissima maggioranza l'aiuto proposto dal Consiglio di Stato lo scorso autunno: sino al 2025 sono stati messi a disposizione in totale 42 milioni di franchi, 18 come sussidi agli investimenti strutturali e 24 per il finanziamento delle attività di promozione svolte dall’Agenzia Turistica Ticinese.
In aula durante i dibattimenti si è fatto notare che il grande afflusso degli ultimi due anni è da imputare soprattutto alla chiusura delle frontiere, ma a questo proposito il consigliere di Stato Christian Vitta ha sottolineato che gli operatori turistici sono stati lesti a "cogliere e valorizzare le opportunità" a fronte di un contesto anche avverso, quando dalla Romandia ci fu addirittura "una provocazione verso il Ticino".
Con il rinnovo del credito si è ribadita quindi la volontà di continuare una politica di sostegno al settore turistico, compiendo un ulteriore e importante passo nella direzione di aumentare la competitività e l’attrattiva del Ticino e delle sue destinazioni turistiche. Secondo le stime fornite dal Governo cantonale, il turismo genera circa il 10% del prodotto interno lordo cantonale e il 12% del totale dei posti di lavoro.