Si è avvalso della facoltà di non rispondere l’infermiere comparso oggi, giovedì, a processo per una lunga serie di reati a sfondo sessuale. L’uomo, che non ha dato seguito alle domande del giudice Amos Pagnamenta su consiglio del suo avvocato, è accusato di atti sessuali con persone incapaci di discernimento o inette a resistere, lesioni semplici e coazione. Sei vittime erano ospiti di istituti o case per anziani; due ricevevano le sue cure a domicilio.
Il reato più grave contenuto nell’atto d’accusa firmato dalla procuratrice pubblica Valentina Tuoni è però quello di violenza carnale. “Sono innocente” è stata l’unica aggiunta dell’imputato, un 52enne del Bellinzonese, riferendosi a quest’episodio che ha dato via all’indagine durante la quale sono emersi altri abusi e maltrattamenti.
La difesa ha da parte sua messo in discussione già da questa mattina l’impianto accusatorio e le modalità di conduzione dell’inchiesta: sono state molte le obiezioni sollevate dall’avvocato Gabriele Banfi, secondo cui è stato leso il principio di equità, di presunzione di innocenza, è stato negato il contraddittorio e secondo cui certe verbalizzazioni sono state imprecise o incomplete.
Incidenti probatori che hanno costretto più volte il presidente della Corte delle Assise criminali a sospendere il dibattimento per deliberare. Requisitoria, intervento dell’avvocato dell’accusatore privato e arringa difensiva sono quindi previste per domani. L'imputato rischia oltre cinque anni di carcere.
CSI-dg/Red.MM
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