"Profondo sconcerto", queste sono le prime parole ufficiali del Ministero pubblico, a commento delle accuse espresse dal procuratore pubblico Nicola Corti nei suoi confronti con l'atto di dimissioni inviate lo scorso 22 dicembre all'ufficio presidenziale del Gran Consiglio. In quell'occasione il magistrato scrisse di non voler partecipare a "giochi di potere, non proteggo niente e nessuno se non il buon funzionamento della giustizia".
Parole ritenute "infondate e offensive per chi in realtà, opera sul fronte e giornalmente si prodiga per garantire il buon funzionamento della procura", come si legge nel comunicato stampa di lunedì del Consiglio della Magistratura vergato dopo l'incontro tra il presidente Werner Walser e l'ufficio del procuratore generale.
"Il Ministero pubblico, si legge, ritiene che eventuali situazioni considerate problematiche debbano essere oggetto di discussione prima di tutto tra gli interessati e deplora di esserne posto a conoscenza solo tramite gli organi di stampa. Il modo di procedere adottato dal magistrato dimissionario è ritenuto suscettibile di influire negativamente sul rapporto di fiducia e di collegialità, necessario affinché tutti possano operare con la dovuta tranquillità in seno al Ministero pubblico". Lo stesso Consiglio sentirà l'interessato, che sarà chiamato a "sostanziare le sue accuse nelle sedi opportune, anche a tutela della magistratura e della sua immagine".
Red. MM/sdr
dal Quotidiano del 16.01.2017: "Profondo sconcerto"