Il dibattito innescato dalla distribuzione dell'Agenda scolastica preoccupa le associazioni che si occupano di giovani e famiglia. La polemica sull'identità di genere "ha raggiunto toni e metafore offensive nei confronti di persone, giovani e famiglie che vivono situazioni di sofferenza, che meritano ascolto e rispetto", si legge nel comunicato congiunto di Pro Familia Svizzera italiana, Conferenza cantonale dei genitori, Pro Juventute Svizzera italiana e Associazione ticinese delle famiglie monoparentali e ricostituite.
Le quattro associazioni si rammaricano del fatto che "invece di aprire una discussione sulla capacità della nostra scuola e dei nostri figli di affrontare un dibattito sul giusto momento e le giuste parole per discutere di temi sensibili, si sta procedendo in ordine sparso a colpi di divieti e censure". Ma soprattutto viene stigmatizzato "in modo deciso l’uso di parole o immagini offensive, tentativi di umiliare o ridicolizzare gruppi di persone".
Riguardo al tema dell’identità di genere, come per quello dell’orientamento sessuale, "abbiamo raccolto - si legge nella nota - testimonianze da genitori preoccupati all’idea che si affrontino temi simili in 5a elementare, ma anche la preoccupazione di genitori con figli interessati direttamente dai temi citati, che vedono una occasione di prevenzione del clima scolastico e del rispetto delle diversità anche alla conclusione delle elementari".
Ricordando che l'Agenda scolastica ha un'utilità per la pianificazione delle scadenze in vista del passaggio alle scuole medie, le quattro associazioni auspicano che nei comuni dove non viene consegnata venga comunque fornito dalle autorità scolastiche un ausilio sostitutivo. Per farsi "una idea critica propria dei contenuti, e valutare se e quali argomenti discutere in famiglia", la nota segnala il link dove la pubblicazione può essere visionata.
Il dibattito sull'agenda visto dalla comunità LGBTQIA+
Il Quotidiano 27.08.2023, 19:00