Due anni di carcere sospesi condizionalmente. Questa la richiesta di pena formulata dal procuratore generale John Noseda nei confronti della coppia di agenti della polizia comunale di Lugano, a processo alle Assise correzionali di Lugano con l'accusa di aver sequestrato, picchiato - anche con il manganello - e abbandonato in un bosco di Arogno, di sera e al freddo, un rumeno fermato poco prima alla stazione di Lugano.
"La giustizia è uguale per tutti", ha dichiarato il rappresentante della pubblica accusa nel corso della sua requisitoria.
I due hanno ammesso che dai primi controlli non sono risultate irregolarità, "l'uomo - il rumeno - doveva essere rilasciato o condotto in commissariato, l'allontanamento non è compito del poliziotto", ha chiosato Noseda, riferendosi all'agire iniziale dei due agenti. Il magistrato ha da parte suai ripercorso l'atto d'accusa, confermando i reati di cui i due sono ritenuti colpevoli.
"Se non fosse stato per una serie di attenuati riconosciute, il caso avrebbe dovuto andare alle criminali", ha affermato Noseda, soffermandosi soprattutto sulla gravità di uno dei capi d'accusa pendenti sugli agenti: l'omissione di soccorso nei confronti di un uomo ferito, ubriaco e giacente al suolo inerme, in un bosco al freddo. "Se non ci fosse stato l'intervento di un passante, ci saremmo potuti trovare di fronte ad un decesso", ha proseguito.
"Hanno agito in situazione di stress, ma c'è un limite chiamato proporzionalità; non esiste scusa nei confronti del comportamento degli imputati", ha concluso il procurato generale.
Nella richiesta di pena sono state tenute in considerazione le circostanze, la confessione, il risarcimento proposto alla vittima, la mancanza di precedenti ed il pentimento.
LudoC
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CSI 12.05, la corrispondenza di Darco Degrussa
RSI Info 24.01.2014, 13:13