Undici anni di abusi, dal 2012 al 2023. Decine di episodi, che si sarebbero consumati tra le mura domestiche; nei momenti in cui la madre era assente. È l’orrore che – secondo la tesi accusatoria – avrebbe subito una ragazza del Luganese.
Era appena una bambina quando il padre adottivo avrebbe cominciato ad approfittare di lei. Prima i toccamenti. Poi sempre di più, fino ad arrivare ai rapporti completi. Sullo sfondo il legame di profonda dipendenza che la minore aveva nei suoi confronti. Solo dopo essersi confidata con amici la presunta vittima (rappresentata da Demetra Giovanettina) ha deciso di sporgere denuncia, verso la fine del 2023. Di qui le indagini, ora sfociate in un rinvio a giudizio.
Presunti abusi nei confronti della figlia adottiva
Il Quotidiano 16.01.2025, 19:00
Alle Assise Criminali il 67enne dovrà rispondere di atti sessuali con fanciulli, coazione, violenza carnale e pornografia. Il processo è previsto nel mese di marzo. La Corte, presieduta da Amos Pagnamenta, sarà composta anche dagli assessori giurati. La procuratrice pubblica Chiara Buzzi intende chiedere infatti una pena superiore ai cinque anni.
Il pensionato (difeso da Matteo Genovini) respinge però ogni addebito. Nega l’esistenza di qualsivoglia rapporto nel periodo in cui la figlia aveva meno di sedici anni. Gli altri ci furono, ma lei – sostiene – era consenziente.
La perizia psichiatrica condotta sul 67enne non ha ravvisato alcuna scemata imputabilità, e neppure un rischio di recidiva sufficiente a giustificare la carcerazione preventiva. Durante l’inchiesta l’uomo è quindi tornato a piede libero con delle misure sostitutive dell’arresto.