La Lega dei Ticinesi non manca al tradizionale appuntamento del Primo d’agosto per presentare ufficialmente tutti e gli otto nomi in lista per le Federali di ottobre. Alla squadra in parte già avallata lo scorso giugno si aggiungono ora il notaio Giorgio Grandini, indipendente ed ex presidente PLR Lugano, e l’avvocato Alessandro Mazzoleni.
I due affiancheranno l’uscente Lorenzo Quadri e i gran consiglieri Maruska Ortelli, Daniele Caverzasio, Michele Guerra, Sam Genini e Omar Balli alla corsa per il Consiglio nazionale. L’obiettivo: rinforzare il centrodestra e recuperare il seggio leghista perso nel 2019 alla Camera bassa.
Nessun nome per il Consiglio degli Stati, dove la Lega supporta il candidato d'area Marco Chiesa (UDC).
La formazione, presentata a Faido sullo sfondo dei festeggiamenti nazionali, sarà fiancheggiata anche da quattro sottoliste: donne, giovani leghisti, over 60 e una chiamata "Nei comuni". In quest’ultima rosa si segnalano i nomi di Michele Foletti, sindaco di Lugano, Bruno Buzzini, titolare dicastero opere pubbliche della città di Locarno e Mauro Minotti, municipale di Bellinzona.
Il partito mobilita così tutte le forze a disposizione per riconquistare lo scranno perso quattro anni fa, come ha spiegato il Consigliere di Stato Norman Gobbi: "Quattro anni fa la Lega dei Ticinesi ha perso il seggio proprio per una manciata di schede: uno degli errori che abbiamo riconosciuto era la mancanza di sottoliste".
Una scelta quasi imposta dal sistema elettorale stesso, chiosa Daniele Caverzasio: "Se per confermare o per avere più possibilità di riconquistare i due seggi è necessario presentare più liste, noi lo facciamo", ha spiegato. "Non lo facciamo solo noi: sono le regole del gioco e noi a queste ci atteniamo".
Il caso Grandini
"Ho la coscienza tranquilla: perché non sono stato condannato." Così risponde Giorgio Grandini circa la sua situazione con la procura ticinese. Nei confronti del notaio è infatti aperto un procedimento penale a seguito di una denuncia per truffa e falsità in documenti. Il Ministero pubblico aveva emanato nei suoi confronti un decreto d'accusa. Grandini si è opposto e dunque la vicenda andrà a processo. Sull'esito "mi sento sereno", ha dichiarato.