Le strutture dotate di ancoraggi precompressi non sono eterne e necessitano di controlli regolari. Un appello a enti pubblici e privati affinché questi vengano effettuati è stato lanciato martedì nel corso di un workshop organizzato dall'Istituto sistemi ed elettronica della SUPSI.
"Si tratta di 'elastici' di acciaio messi in tensione che con il tempo possono subire alterazioni. Essendo spesso sotterranei, è difficile controllarne lo stato", spiega Roger Bremen, direttore della Lombardi SA.
Il tema è d'attualità dopo il crollo del ponte Morandi a Genova. "L'USTRA è l'organo che esegue meglio i controlli soprattutto perché ha una procedura sistematica", afferma Bremen, "e questo vale naturalmente anche per le ferrovie. Lo stesso non si può dire per impianti minori che appartengono a comuni o cantoni". I costi potrebbero essere elevati ma "non tutte le opere presentano lo stesso fattore di rischio e bisognerà probabilmente fare delle scelte". Oggi, tuttavia, "il problema è probabilmente sottovalutato perché quasi tutti gli incidenti legati ad infrastrutture sono in qualche modo dovuti a cedimenti di ancoraggi precompressi".
CSI 18.00 del 02.10.2018 La voce di Marco Frangi, capoufficio gestione manufatti
RSI Info 02.10.2018, 20:00
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Il cantone è al passo con le verifiche, fa sapere dal canto suo il capo ufficio della gestione manufatti Marco Frangi: "Eseguiamo tutti i controlli prescritti dalle norme vigenti, che prevedono ispezioni ogni cinque anni". Per garantire la sicurezza degli utenti della strada "è consigliato anche agli altri enti pubblici o privati, come patriziati o aziende, di prestare la medesima attenzione".