Il Tribunale federale ha sconfessato il Governo ticinese accogliendo in parte il ricorso dei tre operatori svizzeri di telefonia mobile contro le nuove regole approvate dal Consiglio di Stato a inizio 2015. Il regolamento sulle antenne era stato elaborato anche per rispondere alle preoccupazioni della popolazione circa i rischi per la salute introducendo il principio che gli impianti vanno posati nei luoghi meno sensibili possibile (modello cosiddetto a cascata, o a cipolla).
Secondo i massimi giudici federali, il Governo, elaborando le regole, è andato oltre le competenze cantonali rispetto all’autonomia dei comuni in materia pianificatoria. Il Tribunale ha confermato che nei regolamenti edilizi comunali andranno inserite, entro un termine massimo di 10 anni, le condizioni per l’ubicazione e la costruzione delle antenne di telefonia mobile, tutelando in questo modo il carattere e la qualità delle zone destinate all’abitazione.
La sentenza stabilisce che i comuni ticinesi disciplinano mediante piano regolatore le condizioni per la costruzione di antenne sul proprio territorio; per questo disciplinamento, il cosiddetto modello a cascata, adattato alla realtà del singolo comune, resta una possibilità giuridicamente sostenibile.
RedMM/mas
CSI 18.00 del 30.12.2015 - Il servizio di Sharon Bernardi
RSI Info 30.12.2015, 19:01
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Dal Quotidiano:
Nuove antenne, tocca ai comuni
Il Quotidiano 30.12.2015, 20:00