Le autorità giudiziarie italiane hanno disposto il carcere per il 17enne che ha ammesso le sue responsabilità per la rapina e l’omicidio di Candido Montini, ex vicesindaco di Garzeno, paese del Comasco.
Il ragazzo, parente alla lontana della vittima, era stato fermato dopo quasi un mese di indagini perché le sue tracce biologiche - dopo prelievi a tappeto di DNA nella piccola frazione di Catasco di Garzeno - erano state trovate sull’arma del delitto, un coltello da cucina, abbandonato a poche decine di metri dall’abitazione dell’anziano.
Era stato trovato in strada, non lontano dalla casa, anche il portafoglio senza contanti all’interno oltre, poi, al ritrovamento di impronte del ragazzo sul coltello e in casa. Il giorno prima del delitto il giovane aveva litigato con la vittima perché si era rifiutata di cambiargli 300 euro palesemente falsi.