La situazione di emergenza non può essere stata il motivo per il quale fu scelta la società di sicurezza Argo1 per gestire i centri per richiedenti l'asilo in Ticino. È questa, in sostanza, la conclusione a cui giunge Marco Bertoli, il perito incaricato dal Consiglio di Stato di far luce sulla vicenda venuta alla luce un anno fa.
Il rapporto redatto dall'ex procuratore pubblico Marco Bertoli, anticipato giovedì mattina dal Corriere del Ticino, ripercorre, e riscrive, la genesi dell'incarico alla società di sicurezza Argo 1 (3 milioni e mezzo di franchi in tre anni) assegnato in violazione della legge sulle commesse pubbliche e senza autorizzazione da parte del Consiglio di Stato.
La conclusione del rapporto è lapidaria: "Non si può affermare che nel luglio 2014 vi fosse un'urgenza tale da dover attribuire il mandato ad Argo 1". Urgenza che invece è sempre stata la giustificazione, anche davanti al Gran Consiglio, di Paolo Beltraminelli, capo del Dipartimento sanità e socialità (DSS), a cui compete la gestione dei centri.
Vi sono incongruenze nel passaggio dalla vecchia agenzia di sicurezza ritenuta - a torto dice Marco Bertoli - non adeguata. Per quanto concerne i funzionari del DSS, nessuno escluso, Bertoli evidenzia inganni, tentativi di depistaggio e qualche menzogna. La conclusione del rapporto è nota da qualche giorno: non vi sono fatti corruttivi. È invece ipotizzabile il reato di infedeltà nella gestione "anche - conclude l'ex procuratore pubblico - in caso di mero danno ideale verso l'ente pubblico e illecito vantaggio a terzi".
Red.MM/CSI/A.Broggini/M. Ang.