"Caro Stefano, come discusso verbalmente, a seguito delle informazioni apprese dai media, a titolo cautelativo ti chiedo di non voler impiegare presso la protezione civile di Camorino l'agente, al fine di tutelare le informazioni confidenziali che riguardano gli ospiti del centro". Questo è il tenore della comunicazione, di cui la RSI è venuta a conoscenza, inviata dal capo della Divisione dell'azione sociale e delle famiglie, Renato Bernasconi al direttore di Securitas Stefano Moro.
Una richiesta, questa, che sembrerebbe un'invasione di campo da parte del Cantone e che sembrerebbe quanto affermato dal direttore di Securitas, secondo il quale la misura sarebbe stata concordata. Da noi contattato, Bernasconi ammette che la misura è stata discussa e concordata, ma nella formalizzazione della decisione "complice forse la fretta, ho utilizzato termini non adeguati".
Intanto, ha confermato Stefano Moro, l'agente in questione sarà reintegrato nella sua attività, visto che dagli accertamenti non sono emerse irregolarità. La settimana scorsa, in seguito alle affermazioni pubblicate dal Corriere del Ticino, la polizia ha perquisito l'abitazione dell'agente per verificarne l'effettiva residenza.
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