A inizio estate il soggiorno in Valtellina, più che consigliato da Marco Sansonetti alla responsabile del servizio richiedenti l’asilo e goduto in compagnia di Fiorenzo Dadò nell’autunno del 2014, è stato oggetto di un summit sollecitato dalla stessa funzionaria avvenuto al Dipartimento sanità e socialità. Presenti: la stessa responsabile, il capo Divisione dell’Azione sociale e delle famiglie Renato Bernasconi, un collaboratore dell’Ufficio del sostegno sociale e dell’inserimento (USSI) e il presidente del PPD. In un secondo momento la responsabile del servizio richiedenti l’asilo informa Renato Bernasconi dell’esistenza di due fatture intestate a lei e di un acconto di 150 euro pagato dall’ex titolare di Argo 1. Fatture lo ricordiamo poi pagate in contanti da Fiorenzo Dadò.
La riunione di giugno venne convocata dopo che il collaboratore dell’USSI, cui era stato chiesto da Bernasconi di "investigare” sull’inchiesta di Falò in corso, aveva saputo che i nostri colleghi erano a conoscenza della vacanza in Valtellina caldeggiata e prenotata da Marco Sansonetti. Al termine di quei due incontri il capo divisione optò per non informare il consigliere di Stato.
La situazione precipita a metà settembre. La responsabile del servizio asilanti viene convocata da John Noseda che informa il Governo. Solo allora Renato Bernasconi informa il capo Dipartimento degli incontri di di giugno spiegando che il suo non coinvolgimento era stato da lui deciso dopo un approfondito esame e una lunga valutazione, sicuro si trattasse di "una cortesia” e che non vi sarebbero stati risvolti penali. Insomma, sin lì tutto all’insaputa di Paolo Beltraminelli. L’indomani dopo le rivelazioni del Quotidiano la vacanza di Bormio diventa di dominio pubblico.
Il segreto viene custodito sino a inizio ottobre quando, dopo la trasmissione dell’inchiesta di Falò, il collaboratore "investigatore” si presenta dal Procuratore generale raccontando il retroscena. Per le verifiche del caso la Procura richiama a palazzo di giustizia la responsabile del servizio richiedenti l’asilo e convoca, sollecitato a casa dalla polizia, anche il capodivisione coinvolto.
Dal profilo penale il finale è noto: nessuna rilevanza con un non luogo a procedere nei confronti della funzionaria. Dal punto di vista amministrativo e, inevitabilmente in questa lunga vicenda anche politico, la parola fine non è ancora stata scritta e gli interrogativi si sommano.
La tesi di Fiorenzo Dadò
Da noi raggiunto il presidente del PPD si è attenuto a quanto dichiarato a Liberatv: "Già questa estate - ha spiegato Fiorenzo Dadò al portale - mi era giunta voce che qualcuno raccontava in giro che Argo1 avesse pagato una vacanza a Bormio a me e alla mia compagna. Ho immediatamente voluto capire di cosa si trattasse, essendo pure maldicenze. Di conseguenza la mia compagna ha preso contatto con il suo Funzionario dirigente chiedendogli un incontro al più presto, in presenza, oltre che del sottoscritto, anche della persona che aveva sentito questa storia assurda. Una volta chiarita l’assurdità di queste voce, considerato che la mia compagna è una funzionaria pubblica (...) dopo aver recuperato le fatture, abbiamo nuovamente incontrato il Capo Divisione, per mostrargli che si trattava unicamente di una cena del valore di 150 euro mentre tutto il resto, ossia soggiorno ed extra, era stato interamente offerto da me. Il Capo Divisione ha fatto le sue valutazioni che sono coincise con quelle del Procuratore Generale Noseda, il quale ha emanato qualche mese dopo, un decreto d’abbandono nei suoi confronti". Alla domanda se la sua presenza all'incontro al DSS fosse opportuna Dadò ha risposto di sì. Perché? " perché le voci riguardavano anche il sottoscritto e ritenevo ovvio appurare le illazioni che avevo sentito in giro".
Alle Cronache della Svizzera italiana e al Quotidiano la reazione di Paolo Beltraminelli.
m.h./Falò/CSI 17.30
Rivedi la puntata di Falò: Dentro Argo 1 – I misteri di uno scandalo