RUAG, il gruppo svizzero dell'armamento, è in corso di privatizzazione. Una vendita di pistole fra Croazia e Arabia Saudita nel 2021, avvenuta con l'intermediazione (poi bloccata) di una filiale, riporta alla luce le controversie aziendali di cui il Governo vuole appunto sbarazzarsi con la ristrutturazione.
Erano 2'500 le pistole d'ordinanza di fabbricazione croata da vendere per 850'000 euro ad una fiera di falconeria e caccia in Arabia Saudita, grazie all'intermediazione di un'azienda ungherese, filiale RUAG. L'affare, siglato nel 2021, è ufficialmente sfumato dopo l'intervento della casa madre in Svizzera. Le armi, almeno in parte, sono comunque arrivate in Arabia Saudita (e si trovano in vendita su un sito internet): lo "stop" è giunto forse troppo tardi.
A parlare della vicenda è il Tages Anzeiger che, documenti alla mano, ha contattato sia il gruppo svizzero sia le autorità federali. Ed è andata come segue: la RUAG Ammotec Ungheria aveva trovato l'acquirente saudita per conto del produttore croato. RUAG, stando alle direttive del Consiglio federale, non può vendere armi a Paesi come l'Arabia Saudita in quanto violano sistematicamente i diritti umani, e nemmeno far da tramite per questo genere di affari. La casa madre in Svizzera è intervenuta rescindendo il contratto di intermediazione. Con tanto di pubblica soddisfazione della direzione aziendale, che afferma: "I nostri controlli interni hanno funzionato". Per poi tuttavia aggiungere che "la filiale avrebbe dovuto essere più prudente".
Caso chiuso anche per il Dipartimento federale della difesa, sui cui tavoli è finita la vicenda. Alla domanda se l'intermediazione sia arrivata troppo tardi, la risposta è stata la seguente: "Ci risulta che l'intervento di RUAG è arrivato prima che le armi siano arrivate a destinazione o che la filiale sia stata pagata. Di conseguenza non c'è più nulla da approfondire".