Si chiama “Alps”. Ancora un paio di mesi e il nuovo supercomputer del Centro svizzero di calcolo scientifico (CSCS), a Lugano, entrerà in funzione. Dopo 10 anni è tempo di un cambiamento radicale e la nuova macchina promette un grande salto di qualità. “Ci aspettiamo di avere almeno un fattore 10 di potenza di calcolo in più a disposizione rispetto al sistema attuale”, spiega alla RSI Michele De Lorenzi, vicedirettore del CSCS.
Una potenza superiore che si tradurrà in nuove possibilità. Alps, continua il vicedirettore, “servirà in generale a tutto il mondo scientifico, svizzero e anche internazionale. La macchina potrà essere utilizzata per diversi campi. Abbiamo riscontrato che la scelta dei microprocessori che utilizzeremo risulta molto buona anche nel ‘machine learning’, quella che viene anche chiamata intelligenza artificiale”.
Di sicuro Alps sarà l’oggetto del desiderio di molti ricercatori alle prese con gigantesche quantità di dati, ad esempio, MeteoSvizzera, ma anche chi presso il Politecnico di Zurigo vuole capire il cambiamento climatico. In questo ambito, “le simulazioni richiedono enormi risorse di calcolo, ma il problema è anche la produzione enorme di dati che poi vanno gestiti e analizzati. Alps, con la sua architettura, può far fare al clima un enorme passo avanti”, sottolinea la direttrice associata del CSCS Maria Grazia Giuffreda.
"Alps", un nuovo computer al CSCS di Lugano
RSI Info 08.04.2023, 18:00
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