Le aziende della Svizzera centrale restano sul piede di guerra contro l’iscrizione obbligatoria all'Albo degli artigiani in Ticino, la "LIA", la legge sulle imprese artigianali voluta dal Consigliere di Stato Claudio Zali e che le ditte d’Oltralpe considerano contraria alla Legge federale sul mercato interno.
L'abbassamento della tassa di iscrizione da 2'000 a 600 franchi - comunicata venerdì dal Governo (vd. correlati) - non basta, e sono già stati annunciati i primi ricorsi.
"Ci troviamo di fronte a una misura protezionistica", ha detto alle Cronache della Svizzera italiana Rene Rötlisberger, presidente di Wirtschaft Uri, che coordina l’opposizione alla LIA assieme alla Camera di commercio della Svizzera centrale.
"Intraprenderemo tutto il possibile per combattere la misura, che non accettiamo in alcun modo" ha aggiunto, rammaricandosi anche del fatto che le organizzazioni economiche svizzero-tedesche, che hanno inviato lo scorso maggio una lettera sulla questione al Consiglio di Stato ticinese, sono ancora in attesa di una risposta.
CSI/ZZ