Ci sono volute due ore e mezza per leggere e digerire le 58 pagine dell'audit degli esperti esterni voluto dalla Commissione della Gestione sul caso dell'ex funzionario del DSS (Dipartimento sanità e socialità) condannato nel 2021 per violenza carnale. Violenza perpetrata nei confronti di una ragazza conosciuta nell'ambito delle politiche giovanili del Cantone di cui lui si occupava.
Dall'audit emergono responsabilità e criticità. Il testo fa chiarezza su fatti e persone coinvolte. Un incontro con gli esperti è in agenda la prossima settimana, ma con le elezioni cantonali di mezzo, temi così delicati verranno discussi nella prossima Legislatura.
Dopo lunghe discussioni e i no del Gran Consiglio alla Commissione parlamentare d'inchiesta nel 2020 e 2021, si era optato per questa forma ibrida esterna alla politica: un audit cosiddetto potenziato, un'indagine effettuata da professionisti coadiuvati dalla Commissione della Gestione che oggi ha preparato una lista di domande da sottoporre agli esperti già la prossima settimana.
"È stata fatta la cronistoria dagli anni '80 fino al licenziamento: emergono criticità che ci sono state. Emergono anche delle piste per migliorare l'amministrazione pubblica", ha detto Fiorenzo Dadò, presidente della Commissione della gestione.
Il caso dell'ex funzionario - emerso nel 2018 - ha trovato due anni fa una conclusione solo dal punto di vista penale. Questa indagine ha invece l'obiettivo di far luce a 360 gradi su fatti e persone coinvolte: secondo le vittime era impossibile che nessuno sapesse, per lo meno dei comportamenti inopportuni dell'ex funzionario. Già nel 2005 e nel 2007, ma anche anni prima, alcune segnalazioni sarebbero arrivate sul tavolo dei suoi superiori.
"Settimana prossima sentiremo le persone che hanno svolto l'audit, dopodiché ci sarà una discussione tra noi e verosimilmente ci sarà una comunicazione pubblica. Tuttavia in Parlamento ci sarà solo nella prossima legislatura", spiega Dadò.