Al mondo tutto (o quasi) può essere spiegato scientificamente, anche il magico spettacolo che ieri sera, giovedì, ha tinteggiato di rosso il firmamento della Svizzera italiana. Ed è il sole l’artefice dell’iridescente gioco di luci e colori.
Tutte le aurore boreali sono prodotte dalla nostra stella, come ci spiega il divulgatore scientifico Marco Cagnotti. “Il sole emette costantemente un flusso continuo di particelle, che possono avere entità e direzioni diverse”.
Alcune volte l’irradiamento può procedere verso la Terra e rivelarsi particolarmente potente. “Ogni tanto il sole ha delle emissioni molto poderose di materia dalla sua zona più esterna, dalla corona solare”.
Le particelle sono innocue per il corpo umano, “perché siamo protetti dall’atmosfera e dal campo magnetico” terrestre. Ed è proprio nello scontro con esso che si producono i famosi effetti colorati delle aurore. Soprattutto ai poli: “per questo si chiamano boreali, perché lì l’intensità del campo magnetico è maggiore”.
Tuttavia, se i flussi che arrivano sulla Terra sono particolarmente intensi, l’effetto dell’impatto con il campo magnetico terrestre può propagarsi anche a latitudini più basse, a gradi inferiori di quelli polari.
I colori sono determinati dall’altitudine in cui si manifestano: nella zona verde, l’aurora boreale proviene da un’altitudine di circa 100-200 chilometri; nella zona rossa da un’altitudine di oltre 200 chilometri.
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