Ticino e Grigioni

Bellinzona si mobilita per una famiglia afghana

Madre, padre e due figli di 12 e 8 anni rischiano l'espulsione - Ricorso al Tribunale amministrativo federale contro la decisione della SEM

  • 13 giugno 2023, 19:29
  • 16 agosto 2023, 11:15

A Bellinzona ci si mobilita per una famiglia afghana

SEIDISERA 13.06.2023, 19:04

  • TiPress
Di: SEIDISERA/Red. MM.

Una famiglia afghana, che vive da qualche mese a Bellinzona, è stata raggiunta da un decreto di espulsione dalla Svizzera. E di nuovo - era già successo in altri casi, recentemente in Valle Verzasca - una parte della comunità locale si è mobilitata.

Per la famiglia afghana in questione - madre, padre e due figli di 12 e 8 anni - particolarmente attivo è stato il mondo del basket ticinese. I due ragazzi, infatti,avevano già iniziato a giocare a pallacanestro quando si trovavano nel centro di accoglienza di Cadro, grazie all'attività della Fondazione OP(S)PORTUNITY, gestita dall'ex giocatore della nazionale svizzera Marco Sassella. Una passione che si sono portati dietro anche a Bellinzona, dove entrambi sono attualmente attivi nell'Arbedo, peraltro con ottimi risultati. Tanto che il più grande dei due è anche stato inserito nella Selezione Ticino. E qui, insomma, sembra di raccontare un'altra storia molto simile... quella di Valon Behrami.

E dell'integrazione dei ragazzi ha parlato ai microfoni della RSI proprio la madre, la signora Esmat: "Sono troppo contenti. Questa felicità che io vedo mi fa preoccupare di più. Ogni tanto immagino che, se mi diranno di andare via, come potrò dirlo ai miei bambini?".

La famiglia afghana è arrivata in Ticino nel gennaio del 2021. È stata collocata prima a Chiasso, poi a Balerna, a Locarno e infine a Cadro, dov'è rimasta per un anno e 4 mesi. Dal 15 novembre scorso, vive in un appartamento a Bellinzona. Sempre però con la pressione - appunto - del decreto di espulsione ordinato dalla SEM, la Segreteria di Stato della migrazione. Secondo le regole di Dublino, infatti, la famiglia deve tornare in Croazia, dove è entrata nel novembre 2020, ed è stata registrata lì dalle autorità locali. Ma proprio la Croazia rappresenta una delle tappe più buie e dolorose del lungo viaggio della famiglia, dall'Afghanistan sino qui in Ticino. "Purtroppo in Croazia abbiamo passato il periodo più brutto della mia vita... Quando vedo un essere umano ucciderne un altro... è davvero una cosa incredibile... davanti ai bambini... la polizia in Croazia ha preso i nostri vestiti, tutto... a mezzanotte nel bosco hanno preso tutti i nostri vestiti, i cellulari, i soldi, hanno picchiato me e mio marito... hanno pianto anche i bambini...", racconta la signora Esmat.

Alla decisione della SEM la famiglia ha interposto un ricorso: ora l'ultima parola spetta al Tribunale amministrativo federale di San Gallo.

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