"Ho avuto la fortuna di essere da Benedetto XVI quando ho lasciato la Guardia svizzera; mi ha ricevuto in udienza privata e c'era anche mia mamma con me. È stata la mamma a esprimere il ricordo che è rimasto più profondo in me. Mi ha detto: "Non c'è mai stata una persona che mi abbia guardato con una tale tenerezza negli occhi". È veramente quello che ho sperimentato anche io, una tenerezza e una bontà che irradiava dal suo sguardo, dal suo modo di essere con le persone". Questo il ricordo personale di Benedetto XVI nelle parole dell'amministratore apostolico della Diocesi di Lugano, Alain de Raemy, che ha vissuto diversi anni a Roma. Di seguito l'intervista rilasciata alla RSI dall'amministratore apostolico.
Lei in che modo ha frequentato Benedetto XVI in quegli anni? Lei era cappellano della Guardia Pontificia, più o meno nello stesso periodo del suo papato...
"Sì, sono arrivato nel 2006. Lui è stato eletto nel 2005. È rimasto Papa fino al 2013, quando c'ero ancora. Ho vissuto il cambio, l'elezione di Francesco".
E com'era visto dall'interno. Un Papa grande intellettuale... un grande teologo?
"Sì, veramente. Per esempio, un autista di taxi di Roma, nella sua macchina, mi ha detto: "Questo Papa quando ci spiega qualcosa si capisce subito", per dire che aveva un pensiero, un modo di esprimersi così chiaro... quando predicava, per esempio alle Sante Messe, sempre si imparava qualcosa del Vangelo, della Sacra Scrittura o su Dio. C'era sempre una originalità, ma anche una precisione, una chiarezza stupenda".
Le sue omelie, infatti, sono rimaste impresse a molti. Un'ottima penna, anche per certi versi.. che Papa è stato, dal suo punto di vista?
"Un Papa dell'approfondimento della fede... penso che fosse questa la sua preoccupazione maggiore da Papa.. che la fede di ogni cristiano venisse approfondita. E poi aveva anche la preoccupazione che non vi fossero divisioni in più. Per questo quella mano tesa verso i tradizionalisti, per non perderli come la Chiesa ha perduto Lutero, per dirla così. Di non smettere mai di provare, di riagganciare quelli che si allontanano".
Ed è riuscito in questo intento, secondo lei?
"Non lo so, perché lui aveva già lanciato l'inchiesta per sapere come andava con la Messa tridentina e i risultati sono arrivati da Francesco dopo, che ha preso delle misure un po' più restrittive. Cosa avrebbe fatto Benedetto? È difficile da dire".
È difficile da dire. Lei cita Francesco, c'è anche il suo predecessore, Giovanni Paolo II, due personaggi forse più vicini ai fedeli. Crede che questo potesse essere un limite per Papa Ratzinger?
"Non lo so. Penso che abbia attirato l'affezione della gente perché era più timido davanti alle folle. Non era a suo agio. Lui non era un carismatico, non aveva nessun "metodo di seduzione", per dirla così. Era come era. Ma quando parlava ai bambini, per esempio, lo sapeva fare molto bene".
SEIDISERA 18.00 del 31.12.22 L'intervista ad Alain de Raemy, amministratore apostolico della Diocesi di Lugano
RSI Info 31.12.2022, 18:45
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