Ticino e Grigioni

Bufera sul caso Adria

Il Tribunale rispedisce l’incarto alla procura ma quest'ultima si rivolge alla Corte dei reclami penali

  • 04.12.2016, 15:19
  • 28 gennaio, 10:31
Al centro della vicenda un buco di circa 30 milioni, creato sperperando crediti bancari

Al centro della vicenda un buco di circa 30 milioni, creato sperperando crediti bancari

  • RSI

John Noseda non ci sta. Il procuratore generale si è rivolto alla Corte dei reclami penali (CRP) per contestare la decisione del giudice Marco Villa che, nei giorni scorsi, gli ha rispedito l’incarto legato al fallimento dell’Adria Costruzioni. Incarto ritenuto incompleto. La CRP dovrà ora stabilire se il passo intrapreso dal presidente della Corte sia o no formalmente corretto. Una cosa è certa: la schermaglia tra procura e tribunale penale farà slittare ulteriormente i tempi del processo.

Al centro della vicenda – lo ricordiamo - un buco di circa 30 milioni di franchi, creato sperperando i crediti che la Banca Wir, dietro il pagamento di mazzette, aveva concesso all’impresa. In ottobre Noseda aveva rinviato a giudizio cinque persone: i titolari dell’Adria (Adriano e Filippo Cambria), l’ex-direttore della Wir di Lugano (Y.W.) e due operatori immobiliari. Nei giorni scorsi – come anticipato venerdì dalla RSI – l’atto d’accusa è tornato però al mittente, che in tutta risposta ha inoltrato il reclamo.

Francesco Lepori

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