I laboratorio cantonale ha deciso di trasformare uno studio in corso a livello cantonale su pochi campioni in un'analisi a tappeto di tutte le fonti di approvvigionamento di acqua potabile del Ticino, guardando tanto alle falde quanto a quello che esce dal rubinetto. È alla ricerca del Chlorothalonil, un fungicida nocivo usato nell'agricoltura che si deposita per decenni nel sottosuolo e non può essere né filtrato, né trattato o rimosso. I risultati fin qui sono incoraggianti: per il direttore Marco Jermini, "fin tanto che la situazione è quella attuale, sotto il livello di legge, il cantone si differenzia dal resto della Svizzera e in particolare dall'Altipiano". Solo in un paio di casi i valori si avvicinano alle soglie normative.
La Società svizzera dell'industria del gas e delle acque mette in guardia: "Non possiamo permetterci di rovinare la principale materia prima che abbiamo", spiega Raffaele Domeniconi, perché il rischio è proprio quello di dover abbandonare delle fonti. La richiesta è chiara: la procedura di divieto del prodotto dannoso deve essere portata a termine.
Caccia al fungicida nell'acqua potabile
Il Quotidiano 17.08.2019, 21:30