Ticino e Grigioni

Calo del turismo in Bregaglia

La perdita, stimata tra i 100'000 e i 200'000 franchi, non è solo imputabile alla frana di Bondo. Gli albergatori restano ottimisti

  • 7 novembre 2017, 19:00
  • 23 novembre, 03:41
Il timore è che si possa verificare una nuova colata, colpendo ancora il turismo

Il timore è che si possa verificare una nuova colata, colpendo ancora il turismo

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Il settore del turismo in Val Bregaglia ha subito una diminuzione stimata tra il 10 e il 15% nei due mesi successivi alla frana del Pizzo Cengalo, caduta lo scorso agosto. Questo equivale ad una perdita di 100'000-200'000 franchi, "non una cifra astronomica, ma comunque importante per la valle", ha detto martedì all’ats il direttore dell'associazione Bregaglia Engadina Turismo, Michael Kirchner.

I timori causati dallo smottamento, tuttavia, non sono l’unica causa del calo. Vi è una concomitanza di fattori, come ad esempio le strade ancora chiuse, che impedivano ai turisti di raggiungere alcuni paesi, e le condizioni meteo sfavorevoli.

La cifra "va presa con cautela", in quanto non comprende ad esempio i dati ufficiali di ottobre, il mese più importante per la zona, dopo luglio e agosto, ma che pure si preannunciano negativi. Il clima tra gli albergatori resta comunque ottimista.

La speranza è che i riflettori sull’evento di agosto si spengano, ha detto Kircher. Tuttavia, non si esclude che in primavera, con l’aumento delle temperature e l’arrivo dei temporali, si possa verificare un’ulteriore colata.

ATS/sulma

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