Gli assicurati devono beneficiare di una parte di quanto l’Istituto di previdenza del Canton Ticino (IPCT) ha guadagnato lo scorso anno. A chiederlo è ErreDiPi, la Rete per la difesa delle pensioni, che chiede ai propri rappresentanti nel consiglio di amministrazione della cassa di proporre nella riunione prevista la prossima settimana un aumento deciso. Si punta a un interesse del 4%.
Nel 2023 la cassa pensioni dei dipendenti cantonali - che conta 17’000 affiliati - ha avuto un andamento positivo, segnando un +6%. Per ErreDiPi, che mercoledì mattina ha indetto una conferenza stampa a Bellinzona, va interrotto quel modo di ragionare, definito “perverso”, che negli ultimi anni ha sempre fissato il tasso al minimo legale dell’1,25%. Ciò che, secondo ErreDiPi, ha fatto perdere agli assicurati una buona quota di loro spettanza.
L’IPCT deve però fare i conti anche con misure di risanamento già decise ed è legalmente tenuto a rifinanziarsi. “L’obbligo di legge - spiega ai microfoni della RSI Paolo Galbiati, del comitato di ErreDiPi - dice che entro il 2051 la cassa deve arrivare a un minimo di copertura dell’80%. Il problema è che nelle modalità immaginate ora, e in passato, c’è una discrepanza enorme. Se calcoliamo quanto gli assicurati hanno già pagato per il risanamento, ci aggiriamo attorno agli 800-900 milioni di franchi. La cassa va sistemata, ma non subordinandole la sua missione che è di garantire capitale e rendite”.
Nel CdA della cassa, dallo scorso maggio, siedono tre rappresentanti di ErreDiPi e due dei sindacati su un totale di dieci membri. Ai suoi esponenti la Rete lascerà libertà e responsabilità di negoziare fra loro e intavolare accordi coi sindacati per rafforzare la proposta.
RG delle 12.30 del 20.11.25, il servizio di Pervin Kavakcioglu
RSI Info 20.11.2024, 12:44
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