La campagna per la valorizzazione della castagna è stata lanciata anche quest’anno, “affinché si possa informare in modo corretto e preciso dell’importanza di un frutto che caratterizza da sempre il nostro territorio”.
La produzione, quasi azzerata negli scorsi anni dal cinipide, è tornata alla normalità grazie all’arrivo di un competitore naturale di questo parassita, il torimus.
Oltre ai parassiti, il castagno è stato anche minacciato dall’inselvatichimento, ma negli ultimi due decenni sono stati recuperati 350 ettari di selve castanili, stando a quanto reso noto dal presidente dell’Associazione dei castanicoltori Giorgio Moretti.
Ora che il frutto è sempre più appetibile, e vista la crescente attenzione alle produzioni locali, per aumentare la quantità raccolta (l’anno scorso erano 40 tonnellate), ora si pensa, come reso noto dal responsabile dei quattro centri di raccolta ticinesi Paolo Bassetti, di coinvolgere scuole, enti e associazioni, come pure di ricorrere a programmi occupazionali.
CSI/mrj