Il 5 maggio si celebra la giornata mondiale delle ostetriche, un lavoro che la decana delle levatrici ticinesi Maria Pozzi conosce molto bene e ha visto evolversi: nei suoi 30 anni di lavoro ha fatto nascere 1'978 bambini.
Oggi ha quasi 102 anni, ma la passione per la sua professione non è tramontata. Classe 1920, dopo l’infanzia e la gioventù a Rodi, si è lanciata nella nuova avventura su consiglio di un’ostetrica. Ha preso il treno per San Gallo dove ha passato tre anni alla Frauenklinik per la sua formazione, aiutando già a mettere alla luce i primi bimbi. Tre anni senza mai tornare in Ticino, ricorda, dato che non riceveva un salario e avrebbe dovuto pagare il biglietto del treno che allora costava, ricorda sicura, 19 franchi.
Nel 1955 il ritorno in Leventina dove si cercava una levatrice a Faido. Vi ha lavorato fino al 1971, impegnata in molti parti legati alla presenza dei lavoratori della Monteforno. Un lavoro che svolgeva da sola, salvo nei casi difficili, per i quali arrivava un medico da Bellinzona. E proprio nella capitale ha lavorato gli ultimi 10 anni prima di andare in pensione.
Nella sua lunga carriera ha visto cambiare molte cose: dalla sala parto a San Gallo con spazio per quattro donne, separate solo da una tenda, dallo stetoscopio ostetrico di legno allo strumento elettronico che permette anche alla madre di sentire il battito del feto e l’arrivo delle prime ecografie.
Come Maria Pozzi ha fatto per lungo tempo, ogni giorno le ostetriche continuano ad assistere le mamme e i papà durante il momento magico della nascita. Lieti eventi che però negli ultimi decenni si sono fatti sempre più rari prima di conoscere una ripresa legata alla pandemia.
In Svizzera nascono pochi bambini
SEIDISERA 05.05.2022, 20:11
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