Dopo oltre un decennio, oggi (lunedì) c’è stato un passo avanti concreto sul centro chiuso per minorenni che dovrebbe essere realizzato prossimamente in Ticino.
Si tratta della firma di un unico rapporto da parte della commissione giustizia e diritti, che permette di far approdare il tema in Gran Consiglio. Si parla di una struttura di accoglienza per minori con problemi comportamentali tali che né la famiglia, né altre istituzioni sono in grado di gestire. Un solo posto letto su 10 sarà destinato a chi deve espiare una pena di massimo 14 giorni.
Come è stato sottolineato, non si vuole un carcere minorile, ma un luogo dove poter fare un percorso. È anche per questo che la commissione suggerisce che si cambi il nome del centro.
Rispetto al messaggio governativo di sette anni fa, sono state tolte le misure di contenzione fisica e farmacologica, è stata inserita la possibilità di fare ricorso come succede nelle cliniche psichiatriche e, infine, il via libera al credito per la costruzione del centro sarà dato solo se il concetto pedagogico (che dovrà sviluppare la Fondazione Vanoni) verrà accettato da Berna. Tutte richieste giunte dai socialisti che hanno firmato con riserva (due su tre).
Ma prima di avere risposte, si dovrà dibattere in Gran Consiglio fra due settimane. Per quell'occasione, i socialisti hanno annunciato un emendamento per chiedere che la gestione del centro vada in mani pubbliche e non private.