Ticino e Grigioni

Cevio e Lavizzara, grido d’aiuto al Consiglio federale

I municipi dei due Comuni, rimasti di “stucco” dopo il no di Berna a contributi supplementari, chiedono “più solidarietà” alla politica federale per “far rivivere ancora questa regione”

  • 2 ore fa
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Il Piano di Peccia devastato dall'acqua

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Di: Spi 

Cevio e Lavizzara chiedono alla Berna federale “più solidarietà” per sanare le ferite dell’alluvione.. È una lettera che ha il tenore del grido d’aiuto quella inviata lo scorso 28 novembre dai municipi dei due comuni più colpiti catastrofe naturale della scorsa estate in Vallemaggia. Destinatario il Consiglio federale cui si imputa di aver disatteso le promesse formulate in un primo momento.

Nella missiva, sottoscritta dai sindaci di Cevio, Gabriele Dazio, e di Lavizzara, Wanda Dadò, gli amministratori locali affermano di essere rimasti di “stucco” di fronte al “diniego di una maggiore partecipazione dai costi di ripristino” da parte della Confederazione. Il contributo stanziato, ricorda la lettera, si limitano a due ambiti specifici (corsi d’acque e foreste) ed è limitato al 35% di tali opere. “Oltre a ciò non è previsto alcun contribuito straordinario. I danni totali sono però stimati in oltre 100 milioni! Un carico davvero eccessivo per i nostri Comuni e per il Cantone senza un aiuto da Berna”.

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Secondo i due municipi valmaggesi ad essere venuto meno è “lo spirito del Tutti per uno, uno per tutti ritratto sotto la cupola di Palazzo federale. L’acqua è un bene pubblico: non può esserlo unicamente quando genera utili miliardari nella produzione idroelettrica”.

Nella lettera si parla di “una notevole discriminazione ai danno del nostro Cantone” e si punta il dito contro il sistema di perequazione federale che attribuisce al Ticino “solamente 100 milioni”: “Occorre essere obiettivi, queste differenze sono scioccanti”.

Dopo la tragica alluvione, continua la lettera, “la solidarietà dei cittadini ci ha permesso di compiere, e portare a termine, un enorme sforzo per il ripristino dei servizi essenziali”. Ma “molto lavoro rimane ancora da fare” e “per riuscire in questa difficile impresa necessitiamo di una solidarietà che si concretizzi, nei fatti, anche a livello istituzionale. Noi ce la stiamo mettendo davvero tutta, ma solo uniti, tutti insieme, riusciremo a far rivivere ancora questa regione”.

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