Ticino e Grigioni

Formazione docenti: “Una riflessione sugli altri modelli”

Caso insegnanti di italiano, la direttrice del DECS ha detto che verrà istituito un gruppo di lavoro per confrontare criticamente i percorsi di abilitazione ticinesi con quelli adottati oltralpe

  • 14 aprile, 23:53
  • Ieri, 09:39
01:48

RG delle 24.00 del 14.04.25, il servizio di Marcello Ierace

RSI Info 14.04.2025, 23:53

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Di: RG/Ierace/Spi 

La scuola ticinese guarderà alle altre realtà svizzere per capire quali errori sono stati commessi nel percorso di formazione dei futuri docenti. Lo ha detto la direttrice del DECS Marina Carobbio che lunedì in Parlamento è tornata sulla questione dei 13 docenti di italiano che stanno seguendo il percorso al Dipartimento formazione e apprendimento della SUPSI ma che non avranno un reale sbocco professionale. “Il DECS si è attivato - ha detto la consigliera di Stato - per istituire un gruppo di lavoro incaricato di approfondire le attuali modalità di formazione dei docenti, con l’obiettivo di analizzare i modelli di formazione dei docenti adottati nel resto della Svizzera, confrontarli criticamente con i percorsi di abilitazione attualmente offerti dal DFA/ASP e dalla SUFFP. Identificando punti di forza e debolezze”.
                
Si apre quindi una riflessione su altri modelli di formazione, come quello “en emploi”, ad esempio, non previsto attualmente in Ticino. “È quindi opportuno riflettere su come rivedere l’organizzazione della formazione, anche per contrastare il rischio di precarietà per chi si sta abilitando, considerando pure il tema della conciliabilità tra formazione, lavoro e vita privata”, ha detto Carobbio.

Dopo averlo scritto, la direttrice del DECS ha confermato davanti al Parlamento che il sistema va rivisto, ma ha anche ribadito che non è certo tutto da buttare, pur tenendo conto delle dure critiche che in queste settimane sono state rivolte alla direzione della divisione. “Non tutto il mondo della scuola ticinese, indipendentemente da come lo si intenda, ripone la massima fiducia nella conduzione della Divisione della scuola. Il Consiglio di Stato reputa però che difficilmente possa esservi una massima fiducia unanime relativamente a qualsiasi conduzione di una divisione all’interno dell’amministrazione cantonale”.
                

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