Il ritratto

Ciclofficina Miao, quando l’uso della bici è un atto politico

Riciclaggio, sostenibilità e autogestione caratterizzano questo progetto luganese per il recupero delle dueruote

  • 25 settembre, 05:53
  • 25 settembre, 13:54
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Ciclofficina Miao, quando l’uso della bici è un atto politico

RSI Info 24.09.2024, 10:57

Di: Alice Caldelari/Immagini e montaggio: Marco Soldati 

“Il territorio è pieno di bici inutilizzate. Recuperandole si ridà dignità a componenti ancora in buone condizioni”. Andrea Banfi è uno dei fondatori di Ciclofficina Miao, un’idea nata due anni fa a Lugano, grazie alla passione per le due ruote e al desiderio di promuovere la mobilità dolce. Non si tratta solo di un atelier: qui si punta sull’autogestione per rendere il progetto molto partecipativo, accogliendo chiunque voglia investire un po’ di tempo nella riparazione e nella manutenzione e sottolineando così l’importanza di riciclare componenti ancora in perfetto stato.

Il progetto si sviluppa su presupposti che possono dirsi politici: sostenere la diffusione di una mentalità che prediliga l’uso delle bici per gli spostamenti urbani al posto dei veicoli privati. Stando ai fondatori, infatti, l’uso della bicicletta non è ancora incentivato a sufficienza.

Ciclofficina Miao si trova attualmente negli spazi di Morel a Lugano; negli anni ha affrontato vari traslochi ma ora è alla ricerca di uno spazio fisso per dare solidità al progetto.

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