Dopo oltre tre anni e mezzo di ipotesi e discussioni, l'acquisto da parte del Canton Ticino dello stabile EFG a Lugano resta ancora in naftalina. La Commissione della gestione del Gran Consiglio ha infatti deciso di prendersi l'estate per riflettere ancora sul progetto da 200 milioni di franchi, nonostante un iter che dura dal novembre 2019.
L'acquisto è stato nuovamente rimandato malgrado il direttore del Dipartimento istituzioni Norman Gobbi alla Commissione abbia di nuovo ribadito che non esiste un piano B per spostare l'autorità giudicante sparsa in varie località e permettere al contempo l'impellente risanamento di Palazzo di giustizia di Lugano. Peraltro, due delle possibili alternative (lo stabile Mizar e le torri di Cornaredo) sarebbero state ormai completamente accantonate perché giudicate non idonee.
Il presidente della Gestione, Michele Guerra (Lega), ai nostri microfoni ha spiegato che la commissione oggi (martedì) ha appreso tutti i dettagli, "anche quelli non ancora noti, per arrivare a settembre con una posizione chiara e far sì che il Gran Consiglio possa prendere una posizione definitiva".
Solo il PLR sembra a favore
Se si decidesse ora, il progetto non avrebbe i numeri per passare in parlamento. A favore dell'acquisto (pari a 80 milioni) dello stabile EFG e al suo adattamento (un'operazione totale da oltre 200 milioni), c'è solo il PLR, con Matteo Quadranti che ha già pronto il proprio rapporto: "Il Governo è convinto dell'investimento, che non inciderà sulla gestione corrente. La giustizia reclama da 20 anni uno struttura consona".
Non è invece convinta la Lega, partito del consigliere di stato Norman Gobbi, che guarda alle urne: "Per noi è importante che si esprima il popolo ticinese - ha spiegato alla RSI il capogruppo Boris Bignasca - prima esce questo messaggio dalla gestione, prima va al GC e prima si potrà convocare un referendum finanziario obbligatorio. Con questo il popolo deciderà se è una priorità o meno".
I socialisti, sinora contrari, potrebbero dire di sì, ma a delle condizioni: "Per noi è importante andare a settembre, contestualmente ai tagli che arriveranno dal preventivo 2024", ha affermato il capogruppo socialista Ivo Durisch, preoccupato dai tagli alle persone fragili e ai servizi, nonché dalle misure di compensazione per la cassa pensione. "Se la convergenza deve esserci su un tema, noi ci aspettiamo che ci sia anche su altro".