Ticino e Grigioni

Con i tre pilastri ti dico se sei minorenne

Un richiedente l'asilo che ha meno di 18 anni per statuto gode di maggiori tutele; per capire la vera età diventano fondamentali i test diagnostici, eseguiti all'OBV di Mendrisio

  • 4 novembre 2022, 19:32
  • 24 giugno 2023, 01:14
Foto d'archivio

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Di: Francesca Calcagno 

Il numero di migranti minorenni non accompagnati è triplicato negli ultimi mesi. Con questi numeri - il Ticino oggi conta 46 minorenni non accompagnati perlopiù afghani più 10 ucraini – diventa, o meglio torna a rivestire un'importanza particolare, anche la questione della determinazione dell'età dei richiedenti l'asilo. I minorenni beneficiano (o dovrebbero beneficiare) infatti di maggiori tutele. Aspramente criticato alcuni anni fa, l'esame osseo della mano è stato sostituto dalla cosiddetta politica dei tre pilastri.

Esami accurati

Per stabilire se un richiedente l'asilo è minorenne - nei casi dubbi - si fa un'analisi in tre parti. Prima di tutto c'è un'accurata visita medica, poi esami radiologici della mano e dei denti e, se necessario, si può ricorrere a una TAC dell'articolazione che c'è tra lo sterno e la clavicola. Tutto questo viene fatto all'Ospedale regionale di Mendrisio che è il centro di riferimento per tutta la Svizzera centrale. L'esame globale invece, su tutto il materiale raccolto, che è il terzo pilastro, viene fatto all'istituto di medicina legale di Losanna e Ginevra.

All'Ospedale regionale di Mendrisio il primo esame diagnostico con il nuovo metodo è stato realizzato nel dicembre del 2018. Da allora ne sono stati fatti 250, "poco meno della metà erano effettivamente minorenni ", ha spiegato alla RSI il dottor Brenno Balestra che è il primario di medicina interna. Gli esami di solito si facevano di venerdì, oggi è diverso: si va dalle 2 alle 4 perizie alla settimana. Da inizio anno ne sono state fatte 90. "Riusciamo a far fronte all'impegno ma sempre più a fatica", continua Balestra. Oggi di questi esami si occupa una dottoressa, con l'aiuto di interpreti e di una mediatrice culturale, ma è previsto l'arrivo di una forza in più.

"Esami troppi invasivi"

L'Organizzazione svizzera di aiuto ai rifugiati (OSAR), sollecitata sulla politica dei tre pilastri dalla RSI, ci ha scritto che "critica la prassi e la giurisprudenza in materia di accertamento dell'età. In particolare, le autorità svizzere si affidano troppo agli esami medici per determinare l'età, mentre secondo le linee guida internazionali si dovrebbe privilegiare un approccio multidisciplinare. Gli esami medici hanno un peso eccessivo nella determinazione dell'età, soprattutto perché non offrono certezze e sono altamente invasivi”.

Secondo l'OSAR, altri aspetti come i documenti in possesso dei richiedenti dovrebbero essere presi in considerazione in modo più sistematico. “Per stabilire se una persona è minorenne o meno, si dovrebbe ricorrere anche a colloqui con psicologi infantili professionisti, sulla base di una valutazione della maturità."

Una presa di posizione che abbiamo sottoposto al dottor Brenno Balestra. Questa la sua risposta: "Capisco le perplessità, sono state anche le nostre all'inizio, quando abbiamo accettato di assumerci questo compito. D'altra parte qualcuno deve farlo e da noi lo facciamo in condizioni umanamente più delicate. L'arbitrarietà sarebbe forse anche maggiore senza dei parametri oggettivi che sono dati da una visita medica e dalle radiografie, altrimenti dovremmo basarci solo su un colloquio e anche questo non sarebbe corretto".

Per concludere "questo metodo dei tre pilastri, anche se è decisamente molto meglio del solo esame osseo della mano, non è perfetto, un margine di discrezione c'è ancora. Di regola però vale il principio in dubbio pro minore". La decisione finale, ad ogni modo, viene presa come detto dall'Istituto di medicina legale di Losanna e Ginevra.

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