I minorenni non accompagnati sono una categoria di profughi particolarmente vulnerabile. Lo scrivevamo ieri, mercoledì, dopo i diversi allarmi lanciati dall'Alto commisariato dell'ONU così come dalle associazioni e dall'Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa, quest'ultima sentita sul tema (vedi correlati). Con l'intervista che segue alla capo dell'Ufficio ticinese dell'aiuto e della protezione Sabina Beffa abbiamo invece cercato di capire come affrontare queste delicate situazioni in Ticino.
Sabina Beffa, accogliere un profugo minorenne non accompagnato non è come ospitare un adulto o una famiglia. Sembra scontato, ma è bene ripeterlo.
"Il grande slancio solidale è apprezzabilissimo ma nel caso di minorenni è necessaria una riflessione ancora più attenta; lo sforzo non è paragonabile a quello che si deve mettere in campo se si accoglie un adulto o una famiglia, e oltre i tre mesi la famiglia deve essere autorizzata e rispettare i severi criteri previsti dalla legge in materia di protezione dei minori".
Per il momento la Confederazione non ha ancora attribuito minorenni non accompagnati al Ticino; qualcuno a Chiasso è arrivato ma è stato attribuito a famiglie in un altro cantone.
"Approfitto per ricordare a chi già accoglie minori in Ticino di registrarsi. È importante perché ci permette di capire quanti sono i minorenni in Ticino e in che situazione sono. Solo così possono accedere alle prestazioni che offre lo statuto S e per le autorità cantonali è un modo di prevenire il rischio di abusi"
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Ammettiamo però che una famiglia ticinese abbia ricevuto il compito da un genitore ucraino (magari in Polonia) di accogliere il proprio bambino; non c'è il rischio che, registrandolo, venga trasferito in un centro collettivo? Come verranno trattati questi casi?
"Se il minore è arrivato o è stato accolto in Ticino da un parente o da un conoscente della famiglia c'è un legame forte per cui in ogni caso resta nel contesto famigliare in cui è stato accolto. Se questo legame stretto non c'è valuteremo caso per caso, non è che di principio allontaneremo subito il minorenne per portarlo in una struttura".
Fino ad oggi, fino a prima della crisi ucraina, in Ticino i profughi minorenni non accompagnati venivano alloggiati nei due centri della Croce Rossa ad Arbedo-Castione e a Paradiso. Oggi infatti ci sono in totale 67 giovani, vengono da Afghanistan, Somalia, Etiopia, Turchia, Iraq. Che ruolo giocherà dunque la Croce Rossa nella crisi ucraina?
"Croce Rossa ha predisposto un'apposita struttura per accogliere i minorenni non accompagnati ucraini che arrivano da soli. Ha l'esperienza e il personale necessario per rispondere ai bisogni di questi minori".
L'Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa ha scritto alla RSI (vedi correlati) che per garantire la sicurezza di un minore non accompagnato è importante nominare subito un tutore legale. Ci avete pensato?
"I minorenni non accompagnati che saranno accolti nel foyer della Croce Rossa avranno da subito un curatore di rappresentanza (è già così). Per i bambini in famiglia la prima cosa essenziale è che le famiglie che accolgono possano dimostrare che il genitore o il tutore hanno dato il loro accordo all'accoglienza da parte loro. Questo è il primo passo, la necessità di nominare un tutore o un curatore potrà essere valutata in seguito".