Svizzera

La Svizzera e l’impatto delle sanzioni

USA e UE pronti a nuove iniziative e anche in Svizzera c’è chi chiede di più – Public Eye: “80% del petrolio russo negoziato da noi, colpire le società oltre alle persone”

  • 22 marzo 2022, 23:30
  • 20 novembre, 18:26
02:51

L'impatto delle sanzioni e quelle vie di fuga

Telegiornale 22.03.2022, 21:00

Di: TG-Pacella/dielle 

Stati Uniti ed Unione europea oggi (martedì) si sono dette pronte ad adottare nuove sanzioni coordinate contro la Russia. E anche in Svizzera c'è chi chiede un maggiore giro di vite, soprattutto per un settore strategico come la compravendita di materie prime. Un settore che in Svizzera vale miliardi. Il problema è che, secondo l'ONG svizzera Public Eye, oggi molti oligarchi lasciano le loro aziende nel tentativo di eludere le sanzioni a loro dirette.

Ad iniziare da Gennady Timchenko, che per tutti è uno degli uomini più vicini al presidente Putin, e anche uno dei più ricchi di Russia. Oggi si è dimesso dal consiglio di amministrazione di Novatek, colosso del gas russo. Timchenko, che in Svizzera ha fondato la Gunvor, altro colosso delle materie prime, cerca così di salvare il salvabile. Come lui tanti altri oligarchi colpiti da sanzioni stanno lasciando le loro aziende, in modo che possano ancora operare, in particolare nella compravendita di materie prime nel nostro Paese.

“Sappiamo che oggi quasi il 40% delle entrate russe proviene dal petrolio e dal gas – dice alla RSI Geraldine Viret dell’ONG Public Eye –, il punto nevralgico del finanziamento della guerra. E sappiamo che l’80% del petrolio russo viene negoziato qui in Svizzera. Dobbiamo dunque fermare queste società e fare in modo che smettano di alimentare il tesoro per la guerra di Putin. Per questo ci vogliono altre misure”.

In Svizzera c’è anche il tesoro di Alisher Usmanov, un altro oligarca che ha fatto fortuna con le materie prime. Nelle banche elvetiche gli sono stati trovati oltre 2 miliardi di dollari e lo si evince dal sito del Progetto di denuncia della corruzione (Russian asset tracker), che traccia le fortune bloccate agli oligarchi. I conti sono stati intestati alla sorella di Usmanov.

Oltre a questi, in Svizzera sono molti i miliardi che sono stati bloccati, ma per Public Eye questo non basta: "Ci sono stime che parlano di 150-200 miliardi di averi russi nelle banche svizzere – prosegue Viret –, ma non ci sono cifre del totale bloccato dalle sanzioni in Svizzera. Queste sanzioni hanno sicuramente un grosso impatto, ma è chiaro che certi oligarchi hanno sentito il vento cambiare e sono usciti dalle società per salvarle, oppure intestano i loro averi a famigliari. Per farlo hanno anche approfittato dei giorni in cui la Svizzera ha atteso per seguire Bruxelles”.

Come ad esempio Alexei Mordashov, proprietario della Severstal con sede a Manno (vedi correlati) che, stando alle rivelazioni del consorzio internazionale di giornalismo, ha intestato alla sua compagna una società alla Isole Vergini, che possiede 1,4 miliardi di dollari del suo patrimonio.

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