Ad allinearsi alle sanzioni contro Mosca c’è anche il Regno Unito, ma solo il mese scorso un'inchiesta di Transparency International ha rivelato che sono oltre 2'000 le società finanziarie britanniche implicate nel riciclaggio di denaro russo. Una situazione che, di fatto, limita la capacità di Londra di sanzionare la Russia.
"Già nel 2018 il Parlamento britannico aveva lanciato l'allarme. Il riciclaggio di denaro russo tramite la city di Londra è un problema di sicurezza, ma da allora non è cambiato niente, né in termini di trasparenze, né in termini di possibilità di porre dei limiti all'oligarchia di Mosca". Parole di Oliver Bullough, autore del bestseller investigativo "Moneyland" che esamina il rapporto tra finanza londinese e la cerchia di potere che sostiene Putin. Le affermazioni dell'esperto sono molto chiare: Londra era e rimane il centro di riciclaggio principale per l'oligarchia russa. Il mese scorso, l'analisi di Transparency International ha rivelato appunto che ci sono oltre 2'000 società britanniche implicate nel riciclaggio di denaro russo, per un controvalore superiore ai 100 miliardi di franchi. La stretta rete di relazioni tra soldi russi e Londra, indica che le sanzioni britanniche contro Mosca, anche quelle più recenti, hanno un effetto pratico limitato.
"Il problema è che non puoi bloccare beni e investimenti che non riesci a rintracciare, e il sistema finanziario britannico ha fatto da sempre proprio questo sistema: nascondere i beni e renderli praticamente invisibili. Di fatto, il Regno Unito mette in atto due tipi opposti di politica estera: da un lato si schiera a favore della democrazia e con gli altri Paesi occidentali, ma al contempo fa esattamente il contrario".
Nel recente passato ci sono stati tentativi di aumentare la trasparenza del sistema finanziario britannico, ad esempio permettendo le indagini su acquisti finanziati da fondi dubbi, come è dimostrato ad esempio dal caso di due oligarchi a cui è stato permesso, alla fine di una dura battaglia legale, di comprare immobili per 100 milioni di sterline con fondi poco trasparenti. "Un inchiesta che è stata una seria sconfitta", conclude l'esperto. "L'agenzia nazionale anticrimine che ha condotto l'inchiesta ha speso cifre enormi per quella battaglia legale, e la conseguenza è che non ci saranno più probabilmente investigazioni contro individui che hanno fondi quasi illimitati per difendersi, come gli oligarchi russi".