Dal 9 dicembre scorso, da quando cioè il presidente del Consiglio di Stato, Norman Gobbi, aveva preannunciato controlli più severi sui piani di protezione delle attività commerciali, la polizia cantonale, le comunali e l'Ufficio dell'ispettorato del lavoro hanno effettuato 576 verifiche da cui sono sfociate tre segnalazioni al ministero pubblico.
Complessivamente, però, le irregolarità riscontrate sono 161. "Per queste situazioni abbiamo dato un termine di messa in ordine e poi faremo la seconda verifica se non l'abbiamo già effettuata", ha spiegato ai microfoni della RSI il capitano Athos Solcà dello stato maggiore operativo della polizia cantonale. La maggior parte dei controlli (180) ha riguardato ristoranti e bar, e a seguire i negozi (170). Sotto la lente sono passati anche centri bellezza e parrucchieri (31 controlli), centri fitness (29) e cantieri (18). Sei verifiche hanno interessato anche le stazioni sciistiche.
Le tre segnalazioni al Ministero pubblico riguardano dei bar. Si parla di assenza totale di piani di protezione, mancanza del rispetto della distanza tra i tavoli e l'aver permesso di consumare cibi e bevande in piedi. Solcà però sottolinea che anche il comportamento dei clienti non facilita il compito dei gerenti. "A livello personale posso dire che la gente non è più tanto disposta a seguire queste direttive, c'è un po' di insofferenza nei confronti dei piani di protezione", ha osservato.
Per quanto riguarda i piani di protezione sulle piste da sci: durante le festività non è escluso che vengano messi in campo delle pattuglie anche sulla neve.
Occhio agli assembramenti
Il Quotidiano 21.12.2020, 20:00