In questi giorni stanno arrivando nelle case di molti ticinesi gli inviti a partecipare allo studio Corona Immunitas, portato avanti in Ticino da USI e SUPSI con l’Ente Ospedaliero Cantonale e il cui obbiettivo è quello di valutare l'impatto del coronavirus, la sua diffusione e lo sviluppo dell'immunità. Con l'ampliarsi dei contagi si è deciso di allargare anche il numero di persone coinvolte nel progetto, raggiungendo quota 3'000.
"Siamo in una seconda ondata e molti di noi stavolta conoscono qualcuno che ha o ha avuto il covid e può stare più o meno bene - spiega il professor Emiliano Albanese, professore Salute pubblica all'USI - Molti di noi inoltre conoscono forse qualcuno che ha ricevuto una delle nostre lettere, che assieme al professor Crivelli stiamo inviando ad ulteriori migliaia di persone. Questo sforzo ora viene fatto soprattutto su due fasce d'età, ovvero i ragazzi in età scolare e gli anziani, sui quali i dati sono più limitati".
La ricerca, oltre alla questione strettamente sanitaria, vuole registrare anche stati d'animo e sensazioni, sondati mensilmente attraverso questionari. Una serie regolare di fotografie scattate lungo il perdurare della pandemia che tracciano i contagi e pure come viene vissuta questa situazione. E qui c'è anche qualche segnale positivo. "I tratti particolarmente depressivi, umore basso o ansioso, sono poco presenti. Persiste però una situazione di stress, dovuta probabilmente all'incertezza".
Pandemia, comportamenti e stati d'animo
Il Quotidiano 04.11.2020, 20:00