Il giudice istruttore Roberta Arnold ha chiuso l’inchiesta penale contro il foreign fighter di Locarno Johan Cosar, ex sergente dell’esercito svizzero e co-fondatore della Milizia cristiana attiva in Siria contro l’Isis. Cosar avrebbe infranto l’articolo 94 del codice penale militare (indebolimento della forza difensiva del paese), per avere combattuto in un esercito straniero senza l’autorizzazione del Consiglio federale.
Cresciuto in Ticino, il 34enne (rappresentato da Yasar Ravi) era partito per la Siria nel giugno del 2012. Voleva documentare la situazione della comunità cristiana, caduta nel mirino del sedicente Stato islamico. Solo alcuni mesi più tardi – sostiene – sarebbe passato all’azione, per combattere in difesa del suo popolo. Assieme ad altri compagni creò la cosiddetta Milizia cristiana siriana, della quale assunse il ruolo di comandante.
Ora il dossier è passato nelle mani dell’uditore Roberto Colombi, che deciderà se mandare Cosar a processo, limitarsi a un decreto d’accusa o emettere un abbandono. Lo stesso farà con il cugino del 34enne, pure finito – si è appreso oggi, venerdì – sotto indagine.
In Siria l’uomo non andò mai, ma pubblicò su internet le fotografie che Cosar gli inviava dalle zone di guerra. Anche per lui il reato ipotizzato è quello di indebolimento della forza difensiva del paese. “Il 28enne – spiega il suo legale, Stefano Pizzola – ammette i fatti. Nega però di avere agito a fini propagandistici".
Francesco Lepori
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