Ticino e Grigioni

Credit Suisse, la rabbia degli azionisti

Le scuse del presidente Lehmann non placano quanti hanno perso denaro e fiducia. L'unica soddisfazione? Il no alla richiesta di salario per i manager per le ultime settimane

  • 4 aprile 2023, 19:04
  • 20 novembre, 11:35
06:29

Gli azionisti di Credit Suisse si son trovati l'ultima volta

SEIDISERA 04.04.2023, 18:10

Di: SEIDISERA/red MM. 

Il capitolo finale di 167 anni di storia di Credit Suisse, si apre nella fredda mattinata zurighese con una barca che affonda, quella portata davanti alla Hallenstadion dagli attivisti per il clima. Ma le parole di frustrazione, rabbia e rassegnazione sono quelle degli azionisti.

Rolf e Doris, marito e moglie, hanno lavorato per decenni per Credit Suisse. Ora non hanno dubbi. La colpa di tutto ciò è di chi era al timone negli ultimi dieci anni: del management. Ma con un'acquisizione da parte di UBS ormai decisa, cosa si aspettano gli azionisti da questa assemblea? "Niente". La lapidaria risposta di molti di loro. Forse un po' di spettacolo o i bonus restituiti. E mentre c'è chi la mette sul ridere, e dice di essere venuto almeno per l'aperitivo, dentro la sala, davanti a 1'700 azionisti, prende la parola il presidente del consiglio di amministrazione, Axel Lehmann. Da lui parole di comprensione per le reazioni di sgomento. E poi la parola tanto attesa da molti. Le scuse per aver deluso tutti, per non aver saputo arrestare la perdita di fiducia nella banca. Non c'è stato il tempo, dice Lehmann. E intanto gli azionisti, grandi e piccoli, si ritrovano a contare le perdite.

Chi più chi meno. Per un azionista tedesco, intervistato dalla RSI, poco meno di 100'000 franchi. Lui dice di poterselo permettere, ma per altri il colpo è più duro... "22 azioni Crédit Suisse in cambio di 1 UBS. È ridicolo", secondo Vincent Kaufmann, della Fondazione Ethos, che rappresenta diverse casse pensioni svizzere. Il suo invito agli azionisti è quello di contestare davanti a un giudice questo tasso di cambio, percepito da molti come un esproprio.

Cinque ore di assemblea. Alla fine, visibilmente provato, il presidente Axel Lehmann si è sottoposto al giudizio degli azionisti che, di misura, con quote di poco al di sopra del 50%, hanno rieletto lui e altri sei membri del CdA con il compito di traghettare nei prossimi mesi la banca verso la fusione con UBS. Prima dell'ultimo aperitivo è arrivato comunque lo schiaffo finale: il no da parte degli azionisti alla proposta di salario dei manager per le ultime settimane di esistenza di Credit Suisse.

02:50

Credit Suisse, ultima assemblea degli azionisti

Telegiornale 04.04.2023, 20:00

L'analisi di Marzio Minoli

Se c'è un elemento costante nella narrazione di queste ultime settimane, oggi compreso, è il fatto che "non è stato dato tempo a Credit Suisse per portare avanti la sua strategia". Axel Lehmann, presidente del CdA, ha sottolineato che le notizie negative che finivano sulle prime pagine dei giornali superavano quelle positive; questo ha minato in modo irreversibile la fiducia dei clienti.

Poi è toccato a Ulrich Körner, il direttore generale ribadire lo stesso concetto: la mancanza di tempo nel portare avanti il progetto di riduzione drastica dei rischi. Ha ricordato quello che è stato l'inizio della fine quando, nel mese di ottobre, delle voci hanno portato alla fuga di capitali, 120 miliardi di franchi che hanno preso il volo. Voci ritenute infondate partite da un social media. E qui si potrebbe aprire un discorso sul ruolo dei social media nel diffondere il panico nel settore bancario. Quanto successo alle banche californiane è un altro esempio.

È un tema importante, tanto che anche l'Economist si è posto la domanda. Insomma a causare la fine della banca è stata una crisi di fiducia, più che finanziaria. Una fiducia che, social a parte, diciamolo, Credit Suisse ha perso negli anni, rendendola una banca molto vulnerabile. Fino a diventare adesso di UBS. Domani (mercoledì) ci sarà l'assemblea di UBS.

Gli azionisti di UBS, tutto sommato, possono essere soddisfatti, in quanto, a conti fatti, UBS ha acquistato per poco più di 3 miliardi una banca che contabilmente ne vale 40. Basti pensare al patrimonio immobiliare di Credit Suisse in Svizzera. Uno su tutti il palazzo simbolo della banca, quello di Paradeplatz a Zurigo. Ecco ci si rende conto che 3 miliardi sono subito fatti. Una cifra della quale si parla molto più all'estero che in Svizzera. Infatti in molti lo hanno definito l'affare del secolo per UBS. Una cosa però bisogna dirla. La storia ci dice che con Credit Suisse le sorprese possono essere dietro l'angolo e non si sa se vi siano altri scheletri negli armadi o meno. Probabilmente nel prezzo offerto da UBS c'è anche uno sconto per i rischi legati a questa eventualità.

Dal punto di vista formale domani sarà interessante sapere se UBS darà qualche indicazione su cosa intende fare con le varie componenti di Credit Suisse. Su tutti gli investment banking e la Banca Svizzera. Inoltre potrebbero uscire anche indicazioni sulla tempistica di chiusura dell'operazione, che vorrebbe dire, tristemente, la scomparsa di Credit Suisse dalla borsa di Zurigo.

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La storia della banca

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