Valorizzare il patrimonio culturale, garantire pari opportunità e un’equa presenza di genere, migliorare chiarezza e trasparenza dei criteri per riconoscere i sostegni alla cultura e semplificare le procedure, incentivare e promuovere nuove leve. Sono alcuni degli obbiettivi fissati per il quadriennio 2024-2027 dal Dipartimento educazione, cultura e sport (DECS) che oggi (martedì) ha presentato le linee programmatiche dedicate alla promozione e alla gestione della cultura in Ticino. A questi si aggiungono il mantenimento di un’equa proporzionalità geografica nella distribuzione dei sostegni, l’adozione di indicatori valutabili per i finanziamenti dei singoli settori, l’intensificazione della promozione della lingua e della cultura italiana a livello nazionale e il coordinamento della messa a disposizione di spazi con le città e i comuni.
La direttrice del DECS Marina Carobbio, presentando gli obbiettivi, ha ricordato che in Ticino il sostegno alle attività culturali, ad eccezione di quelle gestite direttamente dal Cantone, proviene esclusivamente dal Fondo Cinema, da Swisslos e dall’Aiuto federale per la lingua e la cultura italiana.
“Con l’auspicio che quando la situazione finanziaria del Cantone lo permetterà si possa contemplare di dedicare una parte della gestione corrente dello Stato al sostegno della cultura, visti i limitati fondi finanziari attualmente a disposizione è necessario esplicitare una chiara visione d’insieme sulle priorità di politica culturale del Cantone, al fine di ottimizzare l’utilizzo delle risorse finanziarie disponibili, indirizzandole verso obiettivi chiari e ampiamente condivisi” ha spiegato Carobbio.
Proprio Carobbio, dopo l’insediamento lo scorso aprile, ha avviato un percorso di ascolto, dialogo e partecipazione con le operatrici e gli operatori culturali attivi sul territorio ticinese e nella Svizzera italiana, oltre che con altri portatori di interesse del settore.
30 misure a “costo zero”
Sulla base degli spunti raccolti durante la fase di ascolto e delle successive riflessioni sono quindi stati elaborati gli obbiettivi menzionati in apertura. Per poterli raggiungere sono state elaborate diverse misure di politica culturale e durante la conferenza stampa odierna è stata presentata una selezione di 30 di esse “che, se attuate, permetterebbero di perseguire gli obiettivi senza comportare costi aggiuntivi per lo Stato”.
Tra le misure, spicca sicuramente l’introduzione di un pass culturale annuale a prezzo accessibile per giovani fino a 25 anni che permetta l’ingresso gratuito o a prezzi ridotti presso operatori e istituti aderenti. Sempre in questo ambito si prevede di destinare una parte del budget di ogni settore culturale ai progetti presentati da giovani (fino a 35 anni).
Diversi provvedimenti prevedono poi la semplificazione delle richieste di sostegno alle iniziative culturali per facilitarne la compilazione, ma anche l’analisi per le assegnazioni, andando pure a ottimizzare i termini di inoltro delle richieste ed evitando di penalizzare i nuovi enti.
Per quanto riguarda la cultura indipendente, si prevede la mappatura e il coordinamento della situazione sul territorio insieme ai comuni e altri enti. Sempre in collaborazione con i comuni si vogliono pure trovare e mettere a disposizione spazi condivisi per le attività degli operatori culturali (creazione, prove, spettacoli).
Alcune misure prevedono delle modifiche legislative, e coinvolgeranno quindi Governo e Parlamento. Tra queste un adeguamento delle basi legali per poter riconoscere finanziariamente la mediazione culturale, la partecipazione culturale, la creazione e promozione artistica, la collaborazione intercantonale, nazionale e internazionale, e la cultura popolare tradizionale (incluse le professioni artigianali e artistiche tradizionali). Si vuole poi introdurre la possibilità di finanziamento a evento concluso (settore Festival, associazioni e riviste).
Infine, a tema italianità, si prevede lo svolgimento annuale della Settimana della Svizzera italiana in almeno due Cantoni, in collaborazione con il Grigioni italiano.
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